Che Biagio Antonacci sia uno che dice esattamente quello che pensa, senza troppi fronzoli, è noto (qui la sua intervista al talk Programma di FQMagazine). Il cantautore si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera a partire dal rapporto con i colleghi: “Nel mondo della musica oggi ha due amici veri: Laura Pausini e Eros Ramazzotti. Con Laura ci vado anche in vacanza…”. Un sassolino dalla scarpa se lo toglie a proprosito di Simone Cristicchi, che tra le sue hit ha “Vorrei cantare come Biagio Antonacci“: “All’epoca lui faceva pianobar e venne a chiedermi il permesso a un concerto a Roma. Gli dissi: se vai sul palco stasera davanti a ottomila persone potrai farla. Da quel momento non ho più sentito da parte sua un gesto carino, per una canzone che è tuttora il suo piu grande successo. Io vivo di gesti, di empatia umana, il riconoscimento che sta in una parola: uno deve dire grazie, sempre. Io poi esagero, dico sempre grazie a chiunque, anche a sproposito”. A proposito dei suoi esordi, Antonacci ha raccontato: “Ricordo con terrore i no delle case discografiche. Giravo con queste cassette che proponevo a tutti…. Poi, il successo. Un grande successo: “Quando la gente ti ferma per strada, quando le ragazze piangono al solo vederti, diventa tutto assurdo. Per tre/quattro anni ho faticato a contenere l’ego, ho avuto la tentazione di pensare di esser il migliore. Mi ero montato la testa, ero stronzo con me stesso, mi sentivo superiore, sentivo che qualcuno dovesse restituirmi quello che non avevo avuto durante la gavetta, ma era una grande cazzata. Poi con la paternità e la famiglia, torni a camminare con i piedi per terra”. E non poteva mancare la sua sul Festival di Sanremo: “Una parte di me dice: ‘Fa’ una canzone bella e vai’. Un’altra: ‘Lascia stare, devi essere giudicato, entri in una classifica…’. Fino a poco tempo fa non avevo dubbi: non sarei mai andato in gara. Oggi, con il lavoro di Amadeus, ti viene voglia di fare un tuffo anche se l’acqua è fredda. È il giudizio mediatico che mi frena. Ai tuoi concerti puoi anche essere al 75 per cento e la sfanghi; lì hai quattro minuti in cui devi essere perfetto. O al massimo un imperfetto figo. Se sei il boomer imperfetto fai una figura di merda“.

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