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Trevignano, spunta un’altra sedicente veggente: “A Gisella Cardia dico di chiedere perdono alla Madonna di quello che ha fatto”

Intanto oggi, 8 maggio, si tiene una nuova udienza per il fallimento della ditta di ceramiche della stessa Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Gisella Scarpulla), a processo per bancarotta fraudolenta

di Gianpiero Pisanello

Non solo lacrime e apparizioni. La storia della Madonna di Trevignano ha anche un altro filone, quello giudiziario, che vede la presunta veggente esserne la diretta interessata. Nella giornata di lunedì 8 maggio, infatti, si tiene una nuova udienza per il fallimento della ditta di ceramiche della stessa Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Gisella Scarpulla), a processo per bancarotta fraudolenta. La donna di origine siciliane non sarà fisicamente presente in tribunale, sarà rappresentata da uno dei suoi difensori, Giuseppe Marazzita e saranno ascoltati anche alcuni testimoni. La vicenda giudiziaria ha inizio il 21 febbraio 2013 ed è finita sotto i riflettori dopo che un ex seguace della veggente, Roberto, ha scoperto che il vero nome non era Gisella Cardia come afferma di chiamarsi, ma Maria Giuseppa Scarpulla. La donna aveva l’abitudine di regalare alcuni oggetti in ceramica alle persone più vicine alle quali aveva confidato di doversi recare, all’epoca dei fatti, spesso in Sicilia in quanto aveva un’azienda che le produceva. Roberto, però non ci vede chiaro. Partendo dal logo presente sotto ad una tazza ha iniziato a fare delle ricerche: “Su Google ho scoperto che l’azienda era fallita e che c’era un’inchiesta su una persona di nome Giuseppa Scarpulla per bancarotta fraudolenta. Noi inizialmente non sapevamo che si chiamasse così, premetto che non l’avevamo mai vista a Trevignano e non era mai venuta a messa, questo è stato un altro campanello d’allarme”.

Quello fu l’inizio in cui Roberto, la moglie ed altri seguaci hanno deciso di prendere le distanze dalla veggente e hanno smesso di partecipare ai suoi raduni di preghiera. La Scarpulla, proprio per il reato di bancarotta fraudolenta, ha ricevuto una condanna in primo grado a due anni di reclusione con pena sospesa dal Tribunale di Patti, in provincia di Messina. Il processo è ancora in corso e la stessa donna ha sempre dichiarato a chi le chiedeva informazioni che una persona è innocente fino al terzo grado di giudizio.

Intanto, la storia della Madonna di Trevignano si arricchisse di nuovi particolari. Accanto alla Cardia potrebbe esserci anche una seconda veggente, come si legge in un articolo pubblicato da Affari Italiani. Una nuova veggente che non ha intenzione di comparire in tv e che vuole rimanere nell’anonimato. Intervistata da Paolo Capresi di Canale 5 ha raccontato: “Ho avuto il primo segno di questo dono quando avevo otto anni, questo però si è sviluppato totalmente all’età di 12 anni. La Madonna di mi ha insegnato umiltà, obbedienza e rispetto per la gente che sono cose che in lei non vedo. Non voglio vantarmi del mio dono -continua la donna – non voglio dire che io sia vera e lei falsa ma la Madonna mi ha insegnato che non dà messaggi apocalittici e anche se dovesse prevedere qualcosa di negativo, troverebbe sempre il modo di tranquillizzare. La Chiesa dovrebbe esprimersi il prima possibile su questa storia. Ci sono troppi soldi dietro Gisella. Ma lei non è sola, ci sono anche altre persone che l’hanno manipolata”, afferma facendo riferimento alla vicenda della Cardia e poi, rivolgendosi alla presunta veggente, continua: “Prima di tutto le chiedo di chiedere perdono alla Madonna di quello che ha fatto. Sarei disponibile anche ad avere un incontro a quattrocchi con lei, dove vuole. Gisella potrei tenderti una mano ad aiutarti, perché tu la Madonna non la vedi e ti chiedo di smetterla di prendere in giro le persone”.

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