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Eleonora Daniele: “Avevo un lavoro in banca, poi tutto è cambiato con il Grande Fratello. Con mio fratello autistico è andata in crisi la mia fede”

La conduttrice di "Storie italiane" riavvolge il nastro dei ricordi e, in un'accorata intervista al Corriere della Sera, tira le fila della sua vit

di F. Q.

Da piccola voleva fare la maestra, poi si è ritrovata a lavorare in banca e – dopo un provino per il Grande Fratello fatto senza troppa convinzione – ecco che la sua vita è cambiata per sempre. Eleonora Daniele riavvolge il nastro dei ricordi e, in un’accorata intervista al Corriere della Sera, tira le fila della sua vita: “Volevo fare la maestra. In pratica volevo continuare a studiare – racconta -. Ero molto brava a scuola, ma sempre per motivi economici non ho potuto andare all’università e ho dovuto iniziare a lavorare. Avevo 19 anni. Dover abbandonare quel mio sogno mi dava molta rabbia, anche se capivo le motivazioni”.

E ancora: “Lavoravo in banca ma ogni tanto mi chiamavano degli show room del posto, per fare l’indossatrice. Poi, un’emittente locale mi scelse per fare delle interviste in video. Del tipo: c’è Renato Balestra che fa l’ospite in un locale, vai a intervistarlo. Avevo un accento veneto che poi, molto tempo dopo, ho tolto solo dopo cinque anni di dizione. Ma mi pagavano un sacco, almeno in proporzione, cioè rispetto a quello che prendevo in quegli anni”. Quindi nel 2001 è arrivato il Grande Fratello e la sua carriera ha preso tutt’altra piega: “Prima avevo lavorato come comparsa a “La sai l’ultima?”, con Gigi Sabani e Natalia Estrada, ma ancora credevo fossero esperienze momentanee: continuavo a lavorare in banca. C’era una mia collega che seguiva il “Grande Fratello” accanitamente e ricordo che pensavo fosse pazza per appassionarsi a quel programma. Non capivo il fenomeno. Poco tempo dopo mi sono presentata comunque ai provini e venni presa. Subito dopo ho iniziato a fare le telepromozioni, per un paio d’anni. In quella occasione incontrai Mara Venier e fu molto carina con me: nelle promozioni mi avevano dato un altro nome, ma lei disse che non ero sbucata dal nulla, quindi dovevano chiamarmi con il mio nome. Una piccola cosa, ma importante”. La sua passione per lo studio, comunque, non l’ha mai abbandonata: “Negli anni, molto dopo, mi sono iscritta a Scienze della Comunicazione e, dopo ancora, mi sono riscritta a Psicologia, sono al secondo anno”.

Nel corso della lunga intervista, la conduttrice di “Storie italiane” ha ricordato anche il fratello Luigi, scomparso nel 2015 a 44 anni: “Eera autistico. Le famiglie che conoscono la disabilità devono fare fronte a grandi difficoltà, anche economiche: mio padre non aveva avuto scelta, ma ha molto accusato questa decisione. La sensazione per tutti è stata quella di vedersi portare via le radici. Ma serviva anche un posto comodo, più vicino al centro, dove mio fratello potesse essere seguito meglio. Era l’unica decisione da prendere”. Proprio nel rapporto con il fratello ci sono stati alcuni momenti in cui è arrivata a mettere in crisi la sua fede: “Sicuramente nella sofferenza che accompagna la disabilità ci sono dei momenti in cui ti fai tante domande. Mio fratello aveva delle crisi molto violente: ho assistito a situazioni davvero faticose. Lì sono arrivata a non credere, a mettere in crisi tutto. Ma è la ricerca stessa di Dio, credo, che determina la tua fede. Io l’ho ritrovata nella comprensione di quello che ci circonda. Oggi, mi considero una cristiana. Lo sforzo è cercare di saper distinguere quando stai vivendo qualcosa di bello e saperne gioire. Sto cercando di modificare il mio carattere, in questo senso. Il mio perfezionismo non mi ha aiutata”, ha ammesso.

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