Cinema

Il regista Jafar Panahi lascia l’Iran per la Francia, dopo 14 anni caduto il divieto di espatrio

di F. Q.

Lo scorso 3 febbraio, dopo 7 mesi di detenzione e aver iniziato lo sciopero della fame, era stato scarcerato. Oggi Jafar Panahi, regista cinematografico e dissidente iraniano, ha lasciato l’Iran per andare in Francia e incontrare sua figlia dopo che è stato rimosso il divieto ad uscire dal Paese che era in vigore da 14 anni. “Il divieto è stato rimosso e finalmente facciamo un viaggio insieme per alcuni giorni”, ha fatto sapere su Instagram Tahereh Saeedi, la moglie del cineasta che ha accompagnato il messaggio a una fotografia di loro due assieme mentre lei non porta il velo, obbligatorio in pubblico in Iran fin dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979. Il passaporto di Panahi era stato confiscato nel 2010 quando stava per recarsi a Parigi poco dopo l’inizio delle proteste del Movimento Verde contro la rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad in Iran.

Il regista fu successivamente condannato a sei anni di prigione con l’accusa di “propaganda contro il sistema” a causa del suo sostegno verso il movimento di protesta. Il 62enne è stato arrestato nuovamente nel luglio del 2022. Su di lui, infatti, pendeva una condanna a 6 anni, con il divieto di lasciare il Paese e di girare film per 20 anni, risalente al 2011, quando era stato ritenuto colpevole di propaganda anti-governativa a causa della sua attività. Una condanna che, però, non era mai stata eseguita fino all’estate scorsa, quando Panahi si era recato all’ufficio del procuratore di Teheran per chiedere informazioni sull’arresto di altri due registi iraniani, Mohamad Rasoulof e Mostafa al-Ahmad. È a quel punto che un giudice ha stabilito che la pena nei suoi confronti dovesse essere eseguita.

L’ultimo film di Panahi, Gli orsi non esistono, in cui interpreta una versione romanzata di se stesso mentre gira un film lungo il confine tra Iran e Turchia, è stato presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia a settembre, una settimana prima dell’inizio delle proteste in Iran. New York Times e Associated Press lo hanno nominato uno dei dieci film più importanti dell’anno e il critico cinematografico Justin Chang del Los Angeles Times lo ha definito il miglior film del 2022. Sono diversi gli artisti iraniani, personaggi dello sport e altre celebrità che sono stati arrestati dopo essersi espressi sulle proteste in corso. Fra loro l’attrice Taraneh Alidoosti, 38 anni, protagonista del film Il cliente di Asghar Farhadi, premio Oscar 2016, che è stata arrestata a dicembre dopo aver criticato sui social network la repressione delle proteste ed è stata poi rilasciata tre settimane dopo su cauzione.

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