Per lei sono scesi in campo il Festival di Cannes e il regista premio Oscar Asghar Farhadi. Taraneh Alidousti, una delle più famose e talentuose attrici iraniane, è stata rilasciata su cauzione e ha lasciato il carcere di Evin a Teheran. L’artista, che ha recitato in quattro film di Farhadi e nei due che hanno vinto la statuetta dell’Academy, era stata arrestata lo scorso mese per aver preso parte alle proteste anti-regime. L’annuncio della sua scarcerazione è stato dato da Iran International. La cauzione pagata è di 10 miliardi di rial (circa 225mila euro), ha twittato il suo avvocato Zahra Minoui. Oggi sui social media circolano immagini di Alidousti che la ritraggono senza hijab al momento della liberazione dal carcere. L’attrice è stata arrestata dalle forze di sicurezza a Teheran a metà dicembre, per il suo sostegno alle proteste anti-sistema in corso in Iran, la sua opposizione all’obbligo dell’hijab e l’uso della pena di morte da parte dello Stato contro i manifestanti. In precedenza aveva postato la sua foto senza velo sulla sua pagina Instagram, tenendo in mano un foglio con la scritta “donne, vita, libertà”.

“Ho lavorato con Taraneh in quattro film, ora lei è in prigione per il giusto sostegno che ha dato ai suoi connazionali e per l’opposizione alle ingiuste sentenze. Se sostenere chi protesta è un crimine, allora decine di milioni di iraniani s ono criminali”aveva scritto Farhadi. Taraneh Alidoosti è stata arrestata lo scorso 17 dicembre. Farhadi ha diretto tra l’altro Taraneh Alidoosti nel film Il cliente, vincitore del premio Oscar 2017 al miglior film in lingua straniera. Alidoosti boicottò la cerimonia di premiazione per protesta contro le politiche di immigrazione sancite all’epoca dal presidente americano Donald Trump nei confronti delle persone provenienti dai Paesi a maggioranza islamica.

Intanto la situazione in Iran resta delicatissima perché si registra la pima condanna a morte in Iran per un intellettuale che alle proteste anti regime ha partecipato senza scendere in piazza ma rilasciando nei mesi scorsi un’intervista alla tv israeliana in cui esprimeva critiche alla Repubblica islamica. Lo scrittore e illustratore Mehdi Bahman è accusato di spionaggio a favore di Israele, ha riferito il sito web Iran International, di proprietà saudita e con sede a Londra. La foto della Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei è stata bruciata oggi in piazza durante le proteste antigovernative seguite alla preghiera del venerdì a Zahedan, nella provincia del Sistan-Balucistan dove vive la comunità baluchi che professa l’Islam sunnita, vessata dal regime sciita della Repubblica islamica come riporta Bbc che pubblica immagini e video della manifestazione. “L’esercito commette crimini, Khamenei lo sostiene” hanno gridato i manifestanti. Anche le scorse settimane, dopo la preghiera del venerdì la gente era scesa in piazza.

L’unico sottilissimo spiraglio sembra venire dalla ultime parole di Ali Khamenei: “L’hijab è senza dubbio una necessità della Sharia, ma questo non dovrebbe portare ad accusare di atteggiamento irreligioso o di contro-rivoluzione chi non indossa l’hijab in modo rigido” ha detto in un discorso davanti a un gruppo di donne, di cui riferiscono l’agenzia di stampa iraniana Irna e anche l’edizione di Bbc in farsi. “Chi non indossa l’hijab in modo completo non deve ricevere accuse di anti-religione e anti-rivoluzione”, ha detto Khamenei, aggiungendo che le donne che indossano il velo in modo non corretto “sono le nostre figlie“.

Sul fronte esterno invece è nata una polemica feroce contro la rivista satirica francese Charlie Hebdo che ha pubblicato decine di caricature con protagonista la Guida Suprema dell’Iran. Un atto offensivo e indecente” per il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. L’atto “offensivo e indecente” della rivista francese non resterà “senza una risposta efficace e decisa”, ha dichiarato in un tweet il capo della diplomazia di Teheran, sottolineando che “non permetteremo al governo francese di oltrepassare il limite. Hanno preso la strada sbagliata, decisamente”.

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