Il Consiglio superiore della magistratura ha convocato Giovanni Bombardieri, procuratore capo di Reggio Calabria, perché chiarisca i contenuti delle sue chat con l’ex re delle correnti Luca Palamara. L’audizione è stata decisa dalla Quinta Commissione di palazzo dei Marescialli – competente per l’assegnazione degli incarichi direttivi – su iniziativa del consigliere indipendente Andrea Mirenda, e si inserisce nell’ambito della pratica per la terza rinomina del capo dei pm reggini. Accogliendo il ricorso del candidato sconfitto, l’ex procuratore di Lucera Raffaele Seccia (attuale sostituto procuratore generale in Cassazione), i giudici amministrativi hanno annullato per ben due volte la scelta di Bombardieri, e nelle scorse settimane hanno ribadito la propria sentenza di ottemperanza al giudizio, ordinando al Csm di riaprire la procedura di valutazione tenendo “conto di tutti i dati e i documenti che sono definitivamente acquisiti”.

Ora i consiglieri vogliono capire se le conversazioni tra Bombardieri e Palamara – tra i quali esisteva un rapporto di amicizia – possano incidere sui prerequisiti di indipendenza, imparzialità ed equilibrio necessari per una nuova nomina, che a questo punto sarebbe la terza, del pm a procuratore di Reggio, un ruolo di fatto che ricopre ormai dal 2018. In particolare, l’ipotesi da approfondire è che Palamara avesse raggiunto un accordo interno al Consiglio per garantire i voti necessari a Bombardieri (che apparteneva alla sua stessa corrente, Unicost), in cambio della rinuncia al posto di procuratore aggiunto di Roma, vinto da Giuseppe Cascini di Area. Il relatore della proposta favorevole a Bombardieri era proprio l’ex capo dell’Anm, poi radiato dall’ordine giudiziario. Fino adesso, le chat tra i due – a differenza di quelle che hanno coinvolto altri magistrati – non hanno mai dato luogo a procedimenti penali o disciplinari.

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