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Emanuela Orlandi, il cardinale Dziwisz attacca il fratello Pietro: “Wojtyla usciva la sera in incognito? Accuse farneticanti”

Non è tardata ad arrivare la replica di Pietro Orlandi che, su Facebook, ha condiviso l'articolo con le parole del cardinale polacco

di F. Q.

Da Pietro Orlandi ”ignobili affermazioni criminali”. Il cardinale Stanislao Dziwisz, ex segretario personale di Giovanni Paolo II, definisce in questi termini, in una nota, le dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi che, ospite della trasmissione di La7 ‘DiMartedì ‘, aveva detto che “mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…. Parole che Dziwisz bolla come “avventatissime affermazioni”, “accuse farneticanti sul conto del pontefice San Giovanni Paolo II, in connessione all’amara e penosa vicenda della sorella Emanuela. È appena il caso di dire – scrive Dziwisz in una nota pubblicata da Avvenire – che suddette insinuazioni che si vorrebbero all’origine scaturite da inafferrabili ambienti della malavita romana, a cui viene ora assegnata una parvenza di pseudo-presentabilità, sono in realtà accuse false dall’inizio alla fine, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali”.

L’ex arcivescovo di Cracovia, già segretario personale di Giovanni Paolo II ritiene che un “crimine gigantesco è stato fatto a Emanuela e alla sua famiglia, ma criminale è lucrare su di esso con farneticazioni incontrollabili, volte a screditare preventivamente persone e ambienti fino a prova contraria degni della stima universale. Come segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II posso testimoniare, senza il timore di smentite, che fin dal primo momento il Santo Padre si è fatto carico della vicenda, ha agito e fatto agire perché essa avesse un felice esito, mai ha incoraggiato azioni di qualsiasi occultamento, sempre ha manifestato affetto, prossimità, aiuto nei modi più diversi alla famiglia di Emanuela. A questi atteggiamenti io continuo ad attenermi, auspicando correttezza da parte di tutti gli attori e sperando che l’Italia, culla universale del diritto, saprà con il suo sistema giuridico vigilare sul diritto alla buona fama di chi oggi non c’è più, ma che dall’alto veglia e intercede”.

Non è tardata ad arrivare la replica di Pietro Orlandi che, su Facebook, ha condiviso l’articolo con le parole del cardinale polacco commentando: “Sta per iniziare il lancio di fango nei miei confronti strumentalizzando quello che dico e come lo dico”.

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