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“L’uovo di Pasqua del Bari Calcio puzza e ha cattivo sapore, non mangiate quella cioccolata”: scoppia la polemica tra i tifosi. L’azienda: “Verifiche in corso”

La società sostiene di essere stata “danneggiata nell’immagine al pari dei tanti tifosi delusi” e si riserva “ogni azione nei confronti della licenziataria”

di Davide Turrini

“L’uovo di Pasqua del Bari Calcio puzza e ha cattivo sapore”. Doveva essere una dolce sorpresa invece si è rivelata un’amara realtà alimentare. È stato lo speaker radiofonico Max Boccasile – nel passato voce dello stadio barese San Nicola – a lanciare sui social la polemica. “Da denuncia, non mangiate quella cioccolata”, ha scritto Boccasile dopo aver scartato le delizia pasquale ufficiale con gli stemmi e i colori del Bari Calcio. “E’ successo anche a me, ho aperto l’uovo e puzzava troppo, ho proibito al bambino anche solo di assaggiarlo”, gli ha risposto a stretto giro un altro tifoso barese affezionato al regalo biancorosso pasquale. In molti, insomma, hanno lamentato odoro e sapore sgradevole una volta aperto l’uovo al cioccolato. A dire il vero c’è anche chi non ha lamentato problemi e se n’è fatto una scorpacciata. Le uova incriminate sono una tradizione per la società barese e vengono prodotte da Dolci Preziosi.

“Abbiamo preso atto della segnalazione. Da sempre operiamo con elevati standard qualitativi e di sicurezza, per garantire una qualità in linea con le aspettative dei nostri consumatori”, hanno scritto questi ultimi in un comunicato ufficiale. “Stiamo provvedendo alle opportune verifiche. Rammaricati per l’accaduto, sarà nostra premura fornire un aggiornamento al più presto”. Anche se è stata la società calcistica a difendere immediatamente gli acquirenti/tifosi. In un comunicato il Bari Calcio ha prima spiegato di non aver prodotto o distribuito alcun uovo pasquale e ha chiesto all’azienda di “sospendere immediatamente la diffusione e la commercializzazione delle ‘uova di Pasqua’ e di ogni altro prodotto realizzato a marchio Ssc Bari, nonché di proporre forme di indennizzo per gli acquirenti”. La società sostiene di essere stata “danneggiata nell’immagine al pari dei tanti tifosi delusi” e si riserva “ogni azione nei confronti della licenziataria”.

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