La richiesta delle opposizioni di un passaggio del governo in Aula per fare un punto sullo stato di avanzamento del Pnrr alla fine è andata a segno. Anche alla luce della posizione della Lega, che nonostante le smentite arrivate lunedì da fonti di Chigi ha ribadito – con il capogruppo della Lega in Commissione Bilancio del Senato, Claudio Borghi – la possibilità di rivalutare il ricorso alla parte a debito. A parlare alle Camere sarà il titolare del dossier, Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari Europei ha spiegato in una nota che non avrà “nessuna difficoltà a farlo” e considera l’appuntamento “un’ottima occasione di confronto per approfondire e chiarire il merito delle questioni”.

Fitto, che sta portando avanti le trattative con Bruxelles per rimodulare il Pnrr, ha intanto visto a Roma il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Venezia Luigi Brugnaro per un confronto sui rilievi sollevati dalla Commissione europea riguardo all’ammissibilità di alcuni interventi finanziati dal Pnrr nell’ambito dei Piani urbani integrati (stadio Artemio Franchi di Firenze e Bosco di Venezia). Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi tutti gli aspetti tecnici “e sono emersi elementi utili che il governo, in sintonia con i sindaci interessati, trasmetterà alla Commissione al fine di superare tutte le criticità riscontrate”, secondo il governo. Nel corso della giornata Fitto ha incontrato anche il Commissario Ue per il Bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn, e ribadito “la necessità che, alla luce del mutato contesto internazionale ed economico, l’Ue faccia ricorso alla massima flessibilità nell’uso delle risorse disponibili”.

Concetto, quello della flessibilità come strumento per modificare e portare a termine quei progetti in difficoltà a causa di eventi straordinari, tornato sul tavolo anche del colloquio avuto da Hahn con il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti. E nelle parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “I soldi del Pnrr vanno spesi tutti con dei progetti che siano realizzabili. Quindi ci vuole un po’ di flessibilità da parte della Commissione europea. Bisogna trattare e vedere come finisce la trattativa. C’è ancora un mese di tempo”. Per l’esecutivo la strada da percorrere resta quella di rimodulare il Pnrr senza per questo dover fare a meno di una fetta degli oltre 200 miliardi stanziati per l’Italia.

Una ipotesi, quella della rinuncia ai fondi, avanzata dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che oggi ha rilanciato: “Piuttosto che spenderli male meglio non spenderli. Se la Meloni dice ‘riusciremo a spenderli, riusciremo a ricontrattare’, evviva, stappiamo lo spumante”. Il segretario leghista Matteo Salvini ha cercato poi di calmare le acque: “Se c’è qualcosa da rimodulare lo faremo, trasferire fondi su altri progetti non è lesa maestà ma buonsenso. L’obiettivo è di spendere bene i soldi, questo diceva Molinari: se ci sono progetti campati per aria, fatti giusto per spendere dei soldi, no. Però io conto che l’Italia dimostrerà di saper spendere bene i soldi prestati e cambierà volto nei prossimi anni”.

Parole che non rassicurano le opposizioni. “Pensiamo che il Pnrr sia seriamente a rischio e che le parole di Molinari, pur smentite da Meloni, siano la verità nascosta – ha detto il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia -. La disponibilità del ministro Fitto a riferire in Aula? Non ci rassicura. Sono parole. A meno di 19 giorni dalla scadenza del provvedimento sul Pnrr che deve ancora andare alla Camera, è evidente che c’è sotto qualcosa”. Boccia denuncia il “gravissimo ritardo del provvedimento economico più importante che il Parlamento ha affrontato in questi mesi”, visto che l’esame in Aula slitterà al 12 aprile. I deputati M5s della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni notano che “le cose sono due: o il governo ha perso la bussola, oppure sta emergendo una divisione lacerante in seno alla maggioranza. La Lega con i vari Molinari, Bagnai, Borghi e ora anche Salvini vive questo Pnrr ormai come una seccatura, tanto che ormai si farnetica chiaramente di ‘mollare’ parte dei soldi. Poi ci sono invece esponenti di Fratelli d’Italia che asseriscono il contrario. E’ giunto il momento che la Meloni faccia un’operazione trasparenza e ci dica senza omissioni quali sono le intenzioni del governo, qual è lo stato dell’arte della messa a terra del piano e se le parole dei suoi sodali leghisti sono frutto di un colpo di sole o semplici boutade”.

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