Si identificava come transgender, usava “pronomi maschili” su un profilo social ed era una ex allieva della Covenant School a Nashville, Tennessee, dove ha ucciso tre bambini di nove anni e tre adulti. Una strage che Audrey Hale, 28 anni, ha compiuto in soli 14 minuti, prima di essere colpita a morte dalla polizia. Il piano è stato messo a punto dopo aver sorvegliato e studiato nel dettaglio le piantine e le mappe della scuola. Poco prima di aprire il fuoco, Hale aveva inviato all’ex compagna di squadra di basket Averianna Patton un messaggio su Instagram. “Il post che ho scritto oggi è un messaggio suicida, oggi mi preparo a morire. Questo non è uno scherzo”, aveva aggiunto, firmandosi come Aiden. “Un giorno questo avrà un senso, ho lasciato abbondanti prove dietro di me, sta per succedere qualcosa di brutto. Probabilmente sentirai parlare di me nelle news dopo la mia morte, questo è il mio ultimo saluto, ci vediamo nella prossima vita”. Patton, che ha ricevuto il messaggio alle 9.57, ha raccontato di aver cercato di confortare l’amica esortandola a chiamare una linea per la prevenzione dei suicidi. Poi ha anche chiamato la polizia che le detto che avrebbero mandato qualcuno a casa sua, ma l’agente è arrivato solo nel primo pomeriggio. Nel frattempo, la sparatoria era già avvenuta.

La dinamica della strage Hale, laureata al Nossi College of Art & Design di Nashville nel 2022, era in possesso di mappe dettagliate della Covenant School, scuola presbiteriana privata con circa 200 studenti dalla scuola materna alla prima media. Ha lasciato appunti scritti e secondo la polizia avrebbe preso in considerazione un secondo possibile bersaglio per un attacco. Colpita ed uccisa dagli agenti intervenuti sul posto, Hale ha fatto irruzione nella scuola attraverso un ingresso laterale, ha precisato il capo della polizia John Drake, citato dalla Cnn. L’attacco è durato circa 14 minuti. La prima chiamata è arrivata alle 10.13 locali, e Hale è stata colpita a morte alle 10.27, ha spiegato il portavoce delle forze dell’ordine Don Aaron. Hale ha sparato più colpi al primo e al secondo piano della scuola. La squadra di cinque agenti della l’ha raggiunta al secondo piano, da dove provenivano gli spari, ed ha aperto il fuoco. Dopo l’attacco, la polizia ha scoperto che Hale possedeva mappe dettagliate dell’istituto scolastico e dei punti di accesso all’edificio. Gli investigatori hanno anche scoperto che potrebbe aver cercato di prendere di mira un altro bersaglio, sempre a Nashville, ma ha rinunciato dopo aver “valutato i rischi” perché il sito era protetto da “troppa sicurezza”. Si ritiene che almeno due delle armi di cui era in possesso fossero state acquistate legalmente.

I repubblicani attaccano sull’identità di genere e oscurano il tema delle armi – La polizia non esclude che il fatto che Hale fosse transgender possa avere una connessione con la strage. “Al momento è una delle teorie ma ne parleremo più avanti”, ha dichiarato il capo della polizia di Nashville, senza sbilanciarsi neanche sui contenuti del manifesto lasciato dalla donna. Intanto, sui social americani, sono tanti gli account di sostenitori di Trump e repubblicani che evidenziano come il killer fosse “transgender” e per questo in antitesi coi valori cristiani che con la strage ha implicitamente voluto attaccare. Anche Donald Trump Jr, il figlio del tycoon ha infiammato la polemica, e come tanti altri repubblicani ha messo l’accento sulla questione di genere del killer anziché puntare sul tema del ‘gun control’. “Visto il numero crescente di trans e non binari (identità di genere che non si definiscono strettamente maschili o femminili, ndr) che compiono sparatorie di massa, forse invece di parlare di armi sarebbe meglio parlare di questi lunatici che spingono la loro riaffermazione di genere sui nostri figli?”, ha twittato il figlio dell’ex presidente. A fargli eco è anche la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene, attivista del movimento cospirazionista QAnon. “La donna che ha sparato a Nashville si identificava come un uomo. Quindi dovremmo ancora puntare il dito contro gli uomini bianchi?”, ha scritto.

L’immobilismo della politica – Tutte polemiche che mirano a oscurare il dibattito sulle armi d’assalto, che negli Stati Uniti torna irrimediabilmente alla ribalta dopo qualsiasi sparatoria di massa. Un tema sul quale è di nuovo intervenuto il presidente Joe Biden, che ha fatto appello al Congresso affinché vieti le armi d’assalto. Si tratta però di parole destinate ancora una volta a cadere nel vuoto: già prima delle elezioni di Midterm, quando il Congresso era nelle mani dei democratici, non è stato approvato alcun divieto. E ora, con la Camera controllata dai Repubblicani, l’obiettivo sfuma definitivamente. Tuttavia, anche questa strage è diventata strumento di battaglia politica, coi democratici che si sono affrettati a sottolineare l’ipocrisia e l’inazione sulla violenza armata da parte del Gop. Il deputato repubblicano del Tennessee Andrew Ogles, che rappresenta il distretto in cui si trova la scuola teatro della tragedia, ha dichiarato al Washington Post di essere “totalmente affranto” per la sparatoria. Ma i democratici e i sostenitori della regolamentazione sulle armi hanno ricordato la precedente difesa delle armi da parte dello stesso Ogles, inclusa una cartolina di Natale del 2021 con la famiglia del deputato che sorride e imbraccia i fucili.

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