Non era passata neppure un’ora dalla morte di Gina Lollobrigida che già si era scatenata la bagarre sulla sua eredità contesa tra il figlio Milko Skofic, il presunto vedovo Javier Rigau e l’assistente Andrea Piazzolla. In men che non si dica il ricordo di una delle dive più amate e ammirate che tutto il mondo ci invidia ha lasciato il posto ad un’accesa polemica, che non accenna a placarsi a distanza di due settimane dalla scomparsa dell’indimenticata “Bersagliera” e, anzi, si è acuita ancora di più dopo l’apertura del testamento con cui l’attrice ha destinato metà delle sue fortune al figlio e metà all’amato factotum Piazzolla.

Fin qui tutto bene, all’unico erede la quota legittima e la quota disponibile ad una persona che, al netto di tutte le controversie, negli ultimi dodici anni le è stata accanto giorno e notte, la ha accudita, curata, amata facendo le veci di un figlio che, a dire della stessa Gina, è sempre stato assente e si è sempre disinteressato della madre dal punto di vista affettivo – per tornare improvvisamente a preoccuparsene quando ha temuto che Piazzolla potesse appropriarsi del patrimonio della diva. È proprio in una recente intervista rilasciata alla trasmissione Zona Bianca che la stessa Gina Lollobrigida definisce la propria posizione riguardo ai protagonisti di questa storia, con una chiarezza, determinazione e lucidità che non lasciano spazio ad ipotesi sulla sua presunta incapacità di intendere e di volere.

La Lollo dice chiaramente che suo figlio non ha mai pensato di lavorare ma ha trascorso gran parte delle sue giornate dedicandosi ai suoi hobby preferiti, ha venduto la grande e bella casa nel quartiere Camilluccia a Roma che lei gli aveva comprato; per allearsi, dopo qualche tempo, con l’imprenditore spagnolo Javier Rigau che, sempre secondo il racconto della diva, l’aveva truffata facendole sottoscrivere un matrimonio per procura che lei non avrebbe voluto in alcun modo contrarre. Gina racconta che suo figlio e suo nipote Dimitri erano diventati talmente intimi di Rigau che trascorrevano persino le vacanze insieme e molto probabilmente si erano accordati per allontanare da lei l’unica persona che davvero le aveva dimostrato l’amore e la devozione di un figlio, quel figlio che lei aveva sempre desiderato secondo la definizione del legale della Lollobrigida, l’avvocato Antonio Ingroia.

Mosso da questa malevola intenzione, secondo la testimonianza diretta dell’attrice, di Antonio Ingroia, del cardiologo di Gina Francesco Ruggiero e dell’amico di una vita Adriano Aragozzini, il duo formato da Milko Skofic e Javier Rigau, ora assistito dallo stesso studio legale, ha fatto in modo che contro Piazzolla fossero intentati tre processi per circonvenzione di incapace e autoriciclaggio di denaro per l’accusa proveniente dalla vendita di alcuni beni di proprietà della diva. Posto che sarà la magistratura a stabilire se il signor Piazzolla abbia effettivamente depredato il patrimonio della signora Lollobrigida, non possiamo non tenere conto che l’attrice ha dichiarato sia in tv che alla stampa che “Rigau è un mascalzone e dovrebbe stare in galera per il resto della sua vita”, mentre “Piazzolla è l’uomo più importante della mia vita, il mio angelo custode, la mia sicurezza. Mi ha salvato la vita alcune volte portandomi subito in ospedale. Mi fa sentire giovane”.

Sono parole inequivocabili che denotano la precisa volontà della signora Lollobrigida e, come sostiene l’avvocato Ingroia, le perizie volute dal figlio per poter ricorrere all’istituto dell’amministrazione di sostegno vissuto da Gina come una violenza e una grave limitazione alla propria libertà non dichiarano che la donna fosse incapace di intendere e di volere, ma solo che fosse “suggestionabile” da parte del Piazzolla. Termine che, sempre secondo Ingroia, non ha nulla a che vedere con la certezza della legge e del diritto, perché se la signora Lollobrigida è ritenuta pienamente capace di intendere e volere quando parla della sua vita, quando parla di arte, quando rilascia interviste, per quale motivo dovrebbe essere ritenuta suggestionabile quando si tratta del suo patrimonio?

Si vorrebbe far passare il messaggio che una persona, solo perché anziana, non può disporre dei propri averi come meglio crede, non può decidere di fare regali e persino bonifici a qualcuno ritenuto degno di riceverli, non può organizzare feste e ricevimenti quando ne ha voglia e deve rendere conto ai figli dei soldi che spende dopo esserseli onestamente guadagnati in tutta la sua vita? Perché se i processi in cui è imputato Andrea Piazzolla dimostreranno ciò che la guardia di finanza ha già in parte appurato e cioè che l’assistente della Lollo aveva la delega della stessa per poter operare su alcuni conti correnti e vendere alcuni beni messi all’asta, è proprio di questo che si tratta: se una persona, qualsiasi sia la sua età, è stata ritenuta pienamente capace di intendere e di volere, deve poter pienamente decidere come trascorrere la propria vita, chi frequentare, con chi vivere e con chi spendere i propri soldi.

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