Televisione

Verissimo, Giancarlo Magalli torna in tv per la prima volta dopo il tumore: “Ho perso 24 chili. A causa dei farmaci una sera mi sono strappato i cateteri”

Il conduttore è tornato in tv dopo mesi di assenza, ha raccontato a "Verissimo" la sua lotta contro il linfoma. "Mi sto riprendendo un po' alla volta, sono guarito", ha spiegato nel salotto di Canale 5 dove è apparso dimagrito di ventiquattro chili

di Giuseppe Candela

Giancarlo Magalli è tornato in tv dopo mesi di assenza, ha raccontato a “Verissimo” la sua lotta contro il linfoma. “Mi sto riprendendo un po’ alla volta, sono guarito”, ha spiegato nel salotto di Canale 5 dove è apparso dimagrito di ventiquattro chili. “Tutto è iniziato meno di un anno fa, sentivo un dolore quando andavo a letto la sera, e sono andato a fare degli accertamenti. I medici hanno visto qualcosa che non li ha convinti molto. Avevamo messo in preventivo – fa sapere il noto conduttore – degli ulteriori accertamenti. È successo però che ho preso un’infezione, di colpo, anche abbastanza seria. Febbre a 40, delirio. Menomale che ero a casa e c’era con me una delle mie figlie, che ha chiamato l’ambulanza. Sono stato portato in ospedale, al pronto soccorso, in autoambulanza. Sono stato curato per questa infezione, avevo delle visioni. Facevo cose, probabilmente sotto effetto di questi farmaci, che non avrei dovuto fare. Una sera mi sono strappato i cateteri che avevo addosso. Lo dobbiamo legare a letto, hanno detto i sanitari, altrimenti ci vuole qualcuno che lo controlli”.

A quel punto “è successa la prima delle cose belle in questa vicenda: le mie famiglie – ha detto Magalli, due matrimoni alle spalle – si sono mobilitate, hanno fatto dei turni di sentinella tutta la notte a vegliare su di me. Poi l’infezione è finita, ho proseguito gli accertamenti ed è venuto fuori che avevo un linfoma attorno alla milza”, ha raccontato a una commossa Silvia Toffanin. “E’ un tumore, ma appartiene alla categoria dei tumori che si possono curare. Me lo hanno detto subito: si cura, ci vorrà qualche mese. In effetti ora non ce l’ho più, sono guarito. Ho ripreso le mie attività normali. Sto facendo una terapia leggera, una rifinitura. Mi è costato sette mesi fra ricoveri, a casa, fuori casa, la fisioterapia, persone che ti devono stare vicine per le iniezioni e le pasticche. Non è stato facile. Basti pensare che alle mie figlie hanno detto, appena diagnosticato: ‘Se si cura guarisce, se non si cura tra due mesi muore’. Erano tutti terrorizzati, ma a me non l’hanno detto. Questo ha fatto sì, però, che mi accudissero con maggiore affetto e attenzione”, ha aggiunto l’ex conduttore de “I Fatti Vostri”.

Oggi Magalli sta bene, ha ripreso a camminare e non ha più problemi a dormire e mangiare. Della sua malattia sapevano in pochi: “Non se ne parla un po’ per scaramanzia, un po’ perché bisogna capire in che direzione si va. I colleghi? Non è che si sono affollati, chi si è preso miei programmi aspettava che non mi rimettessi in piedi. Gli amici mi sono stati vicini, altri meno amici non si sono fatti vivi, ma di quelli chi se ne frega”.

Nel corso dell’intervista, con al suo fianco le figlie Michela e Manuela, il conduttore ha parlato anche del suo rapporto con il servizio pubblico: “Pago il canone nella bolletta come tutti noi e aspetto che si facciano vivi. La Rai è la Rai. Insomma, ci lavoro da più di cinquant’anni. La conosco bene, so bene quali sono i limiti della Rai. Quando, tempo fa, dissi che la riconoscenza non era proprio il forte della Rai ero un po’ arrabbiato, però è anche abbastanza vero. Il fatto è che la Rai non è una persona, non è un capo con cui hai un rapporto buono o cattivo. La Rai cambia continuamente. Ti trovi a parlare con persone diverse, ci sono quelle che ti stimano e quelle che non ti stimano, quelle che non vedono l’ora di vederti lavorare e quelli che non vedono l’ora di veder lavorare un altro. Questo lo devi tenere presente come devi tenere presente che è l’azienda in cui ho passato tutta la mia vita”.

Il presentatore romano ha poi svelato di aver inviato un messaggio a Stefano Coletta, direttore prime time Rai, per poter tornare in onda visto che “tutti i programmi che ho lasciato con la malattia li hanno dati a qualcun altro e sono andati così così, quindi forse gli converrebbe farmi tornare”, ha concluso con la consueta ironia.

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