L’arresto di Matteo Messina Denaro ha riportato al centro del dibattito politico il tema della lotta alla mafia, sollevando dei dubbi sulle parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che più volte ha detto di voler intervenire sulle “troppe intercettazioni inutili e costose”. Dopo la relazione alla Camera del Guardasigilli, in cui Nordio, ha citato per la prima volta “i reati satellite della mafia” (senza specificare quali siano), per i quali le intercettazioni resteranno, anche Forza Italia fa passi indietro rispetto alle dichiarazioni degli ultimi mesi. Come spiega il senatore Maurizio Gasparri: “Non c’è dubbio che il contrasto a terrorismo e mafia debbano imporre l’uso delle intercettazioni, c’è il tema della corruzione e di altre attività, bisogna capire sui reati ‘spia’ su alcuni possono essere utili. Chiediamo un uso più limitato delle intercettazioni e anche rispetto all’uso del trojan“. “Il cannone va utilizzato quando l’obiettivo lo giustifica perché non si può sparare alla zanzara con un cannone” conclude.

Intanto oggi il governo interverrà con una modifica alla riforma Cartabia per alcuni reati divenuti procedibili solo a querela dal 1 gennaio 2023. Con tutti gli effetti e criticità denunciate dal Fatto Quotidiano. Il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove lo dichiara a ilfattoquotidiano.it. “L’intervento sarà quello per cui per qualunque tipologia di reato vi sia un’aggravante mafiosa si procederà d’ufficio”. Il sottosegretario sul tema delle intercettazioni è netto. “La razionalizzazione della spesa rispetto alla quale la spesa storica è sempre stata inferiore e quindi non ci attendiamo di noi avere un numero inferiore di intercettazioni. Le cose non cambieranno rispetto ad oggi”. A Delmastro chiediamo anche se il governo intende limitare l’uso del ‘trojan’ sui reati “satellite” della mafia (e di solito tra questi c’è la corruzione). “No, vedrete che sarà così”.

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