di Carblogger

2023: forse ci vuole una sfera di cristallo per provare a capire dove l’auto andrà a parare. Me ne compro una su Alibaba, il sito di e-commerce cinese che continua a volare (1 miliardo di utenti attivi solo in Cina, obiettivo raggiunto con due anni di anticipo), nonostante il suo creatore Jack Ma, top manager troppo indipendente per i gusti del Partito, sia stato rieducato a modo loro. Lo so che questa sfera mi spierà, ma se fosse stata made in Usa mi avrebbe spiato lo stesso.

2023: l‘auto elettrica è diventata la nostra magnifica ossessione. Poi gli occhi mi cadono su un grafico di Quartz e vedo che l’indice S&p 500 di Wall Street, giù del 20% in un 2022 maledetto per questa guerra, ha registrato un balzo medio dell’87% dei titoli di cinque compagnie petrolifere americane: Exxon, Marathon, Hess, Occidental e quella di servizi Schulmberger.

E’ vero che la mobilità elettrica ormai è stagliata sull’orizzonte, ma intanto l’indiano Gautam Adani è stato per qualche settimana la seconda persona più ricca del mondo dopo Elon Musk. Ah sì, il suo impero di infrastrutture ed energia è basato sulle miniere di carbone. Vedo nero.

2023: per non farci mancare nulla ora il Covid è esploso in Cina e chissà che succederà con l’allegra globalizzazione. Intanto potrebbe avere effetti da bomba N sulla produzione nel Paese, come è già accaduto nella fabbrica Tesla di Shanghai: tanti, troppi ammalati a casa e linee sospese. L’invasione in Europa di auto elettriche cinesi, così la chiamano in privato i nostri manager, potrebbe essere rimandata? Non vedo bene, la sfera qui si fa opaca, come tutte le cose cinesi.

2023: i bilanci di costruttori e concessionari (quelli non spazzati via dalle Case madri) dovrebbero restare d’oro. Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, dice che l’auto elettrica è troppo cara e dunque nemmeno la classe media sarà in grado di comprarla. Poi scopro che per una tradizionale Fiat Panda ci vogliono 14mila euro o per una Ford Fiesta in run out di 20mila e mi domando: chi è in crisi?

Meno microchip a disposizione ha significato una intelligente distribuzione dei pani e dei pesci che hanno moltiplicato la redditività: costruisco solo ciò che ha più margine. E vendo al prezzo che voglio, con tanto di Taeg alle stelle semmai colpa della Bce. Ma che razza di miracolo.

2023: Ann Wroe, Obituaries editor cioè direttrice dei necrologi de l’Economist (l’obituary è un genere giornalistico di alta tradizione nella stampa anglosassone, festa grande nel 2022 fra la regina Elisabetta e Michail Gorbaciov, Pelè e Papa Ratzinger), scrive nella sua newsletter una triste verità: “Death is the great equalizer”. E allora, per non sbagliare ancora previsioni, butto via la mia sfera di Alibaba e chiudo le sue backdoor. Buon 2023, e sarà quel che sarà.

@carblogger_it

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