Che si tratti di una provocazione, di un’operazione di soft power o di un reale e sincero riavvicinamento, il primo giorno del 2023 regala una novità nel contesto della tensione tra Cina e Taiwan. Con la Repubblica Popolare di nuovo travolta dalla pandemia di coronavirus, ad offrire il proprio aiuto è stata proprio l’isola ‘ribelle’ di Taipei, sulla quale Pechino rivendica la sovranità.

È stata la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, a fare il primo passo in direzione del Dragone: “Finché ce ne sarà bisogno, siamo disposti a fornire l’assistenza necessaria sulla base di preoccupazioni umanitarie“, ha detto nel suo consueto discorso di Capodanno aggiungendo di sperare che il supporto taiwanese possa “aiutare più persone a uscire dalla pandemia e avere un Capodanno sano e sicuro”.

Stando alle parole di Tsai Ing-wen, la decisione di Taipei potrebbe rappresentare un piccolo passo per cercare di riavviare nuovi colloqui per allentare la tensione tra le due fazioni. Non a caso, la presidente ha esortato la Cina a riprendere il filo del dialogo bilaterale con il suo Paese in nome della stabilità della regione: “La guerra non è mai una soluzione attraverso cui risolvere i problemi”, ha continuato nel suo discorso. Solo attraverso il “dialogo e la collaborazione” si potranno garantire “sicurezza e felicità” a un numero maggiore di persone, ha aggiunto, ricordando a Pechino che è “responsabilità comune” dei diversi Paesi mantenere la stabilità nella regione.

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