Fino al 31 marzo 2023 i lavoratori fragili potranno lavorare in smart working, sia nel pubblico che nel privato, anche esercitando – se necessario – un’altra mansione. Lo prevede un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio della Camera che, però, non cita i genitori di figli under 14 che finora godevano della stessa possibilità. Il datore di lavoro, si legge nel testo, assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile “anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento”.

Nei giorni scorsi si era ipotizzato che la proroga ricevesse il via libera per entrambe le categorie, ma così non è stato. E la decisione ha suscitato molti commenti negativi su Twitter, dove tanti utenti chiedono al governo di ripensarci e bocciano l’esclusione dei genitori con figli minori. “Un Paese alla deriva”, scrive Andre, mentre KHRonoS OnE commenta: “Torniamo ai treni a vapore, alle miniere di carbone, al latte munto sottocasa, al lavatoio sul fiume. Volete quello no?”. Per Sempre sott’acqua la mancata proroga “denota scarsa visione di sostegno alle famiglie medie in evidente difficoltà economiche e di organizzazione. Più costi nessun valore aggiunto. Un pessimo segnale di questo governo” e Alessio Angeli rilancia la notizia aggiungendo: “Volevate il medioevo? Eccolo servito”. C’è anche chi ricorda come l’esecutivo abbia ripetutamente dichiarato di sostenere la famiglia, ma quanto approvato vada in senso opposto. “La #Meloni per la #famiglia (la sua non quella degli altri)”, posta ancora Jack Rossano e Marisa Moles ricorda: “Tante cose ci ha insegnato la pandemia, per esempio a #scuola le riunioni on line (più veloci, nessuno si parla addosso, chi vuole segue e chi non vuole fa altro esattamente come in presenza), lo #smartworking, gli appuntamenti dal medico… non capisco perché tornare indietro”.