I resti di un cadavere sono stati trovati sotterrati all’interno di un casolare abbandonato nelle campagne del comune di Novellara (Reggio Emilia), a poche centinaia di metri dalla casa dove viveva la famiglia di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa dalla notte del 30 aprile 2021 dopo essersi opposta a un matrimonio combinato con il cugino in patria. I resti si trovavano all’interno di un sacco nero. Il ritrovamento è avvenuto venerdì sera al termine di un sopralluogo dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla, sotto il coordinamento della Procura di Reggio Emilia diretta dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci. L’area è stata interdetta dalle prime ore di sabato mattina. I carabinieri di Reggio Emilia, con l’ausilio del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma stanno procedendo alle operazioni di recupero e repertamento. Sul posto anche i Vigili del fuoco di Reggio Emilia.

Per il sequestro, l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Saman sono stati rinviati a giudizio cinque suoi parenti: il processo inizierà il prossimo 10 febbraio. I due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq e uno zio materno, Danish Hasnain, sono stati arrestati in Francia e Spagna tra il giugno del 2021 e il febbraio del 2022 e subito estradati in Italia: al momento sono sottoposti a custodia cautelare in carcere. Nei giorni scorsi anche il padre, Shabbar Abbas, è stato arrestato in Pakistan dopo un anno e mezzo di latitanza: la madre, Nazia Shaheen, resta quindi l’unica imputata a non essere ancora stata rintracciata. Per entrambi i genitori l’Italia ha chiesto l’estradizione già nel settembre del 2021: non è detto però che venga concessa, perché tra i due Stati non esiste un accordo in materia. In una conversazione intercettata l’8 giugno dello scorso anno, a poco più di un mese dalla scomparsa, il padre fuggito in patria raccontava a un parente in Italia: L’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore”.

“È chiaro che aspettiamo le conferme e i rilievi doverosi e necessari perché fino a che non c’è evidenza scientifica non possiamo sbilanciarci più di tanto, ma è anche vero che, se dovesse trattarsi di Saman, in un certo modo, si chiude una vicenda dolorosissima, che rappresenta una ferita per la nostra comunità – ha detto a LaPresse Elena Carletti, sindaca di Novellara, nel Reggiano – È chiaro che tutti questi elementi risultano importantissimi per il processo che si aprirà a breve e credo che ci sia stato in questi ultimi giorni uno sviluppo importante su questa vicenda. Lo attendevamo da tempo e speriamo che si possa chiudere tutta la ricostruzione per poter affacciarci al processo con una certezza e una consapevolezza che per noi erano fondamentali”.

Le telecamere di “Chi l’ha visto?” erano entrate nel casolare abbandonato di Novellara (Reggio Emilia) dove sono stati trovati dei resti umani. Le immagini e le informazioni, fa sapere la trasmissione, erano state trasmesse il 6 maggio 2022 con una mail inviata dalla trasmissione di Rai 3 alle autorità competenti. L’arresto del padre di Saman “non c’entra assolutamente nulla” con il ritrovamento di resti in un casolare di Novellara ha detto il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci, al termine del sopralluogo. Che si tratti del corpo di Saman “non lo possiamo ancora dire. Possiamo dire che grazie alle attività che non sono mai venute meno da parte dell’Arma dei carabinieri con il coordinamento della Procura l’area di interesse è stata sottoposta a ulteriori controlli e verifiche fino a quando sono emersi, ieri in occasione di uno scavo specifico, in un punto ben preciso, dei resti che potrebbero essere umani“.

“Queste sono attività di verifica e di ricerca che non sono mai venute meno, nonostante l’anno e mezzo trascorso dal fatto – ha dichiarato il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci -. Quando avremo attivato la procedura di incidente probatorio urgente davanti alla Corte di assise, che sovraintenderà a tutte le attività, a quel punto non è più attività del pubblico ministero ma è una vera e propria perizia, che avverrà nel pieno contraddittorio delle due parti, quindi con la partecipazione degli indagati e dei loro difensori e quindi i tempi non si possono preventivare”, ha aggiunto, rispondendo a chi chiedeva quando sarà possibile avere una conferma circa l’appartenenza dei resti. E a chi ha chiesto se la cascina dov’è avvenuto il rinvenimento fosse già stata controllata, Paci ha risposto: “Sì, ma in punti e in modalità diversi”.

Ha collaborato Francesco Aliberti

Foto di Alex Travaglioli

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