Tre persone che portavano con sé due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro strumento di lavoro e si dirigevano nei campi dietro la casa della famiglia di Saman Abbas. È quanto emerso dalla visione delle telecamere di sorveglianza nell’ambito delle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla. La scena ha rafforzato l’ipotesi che la ragazza 18enne di origine pachistana scomparsa da Novellara, nel Reggiano, dopo essersi opposta alle nozze forzate, possa essere stata uccisa. I tre uscirono di casa alle 19.15 del 29 aprile e rientrarono alle 21.50.

La procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi ha fatto sapere che “è stato predisposto un piano di ricerca dei fuggitivi, i familiari di Saman Abbas”, e parallelamente sono state attivate ricerche anche del corpo della ragazza “nelle immediate vicinanze della sua abitazione, anche mediante lo svuotamento dei canali di irrigazione, avvalendosi sia di squadre cinofile che dei vigili del fuoco. Allo stato non è stato rinvenuto nulla. Le indagini proseguono per accertamenti e individuazione certa degli indagabili e della persona offesa anche all’estero. A tal fine sono già stati attivati i canali della cooperazione internazionale”.

La ragazza era stata allontanata d’urgenza da casa e affidata a una comunità a Bologna nel novembre dello scorso anno dopo che lei stessa aveva chiesto aiuto agli assistenti sociali (qui come funziona la rete d’aiuto): i genitori avrebbero voluto costringerla a tornare in Pakistan per un matrimonio forzato con un cugino. A gennaio scorso Saman Abbas aveva denunciato la madre e il padre di 43 e 46 anni con l’accusa di costrizione o induzione al matrimonio (il reato è stato introdotto nel 2019 con il Codice rosso). L’11 aprile, però, la ragazza aveva deciso di rientrare in famiglia. Poco meno di un mese dopo, il 5 maggio, i carabinieri, su sollecitazione dei servizi sociali, sono andati a casa della famiglia, ma non hanno trovato nessuno. L’assenza sia di Saman che della famiglia ha in un primo momento fatto ipotizzare un espatrio in Pakistan e la conseguente costrizione della ragazza a seguirli. La procura di Reggio Emilia ha a quel punto formulato l’ipotesi di sequestro di persona, non escludendo però l’eventualità che la ragazza fosse stata uccisa. Le indagini si sono inizialmente concentrate sui voli verso il Pakistan, indagini che hanno permesso di appurare subito che soltanto i genitori della giovane erano rientrati in patria tramite un volo in partenza da Malpensa. Del nome della giovane, invece, nessuna traccia nella lista dei passeggeri. Non si esclude tuttavia che la ragazza possa essere partita da un altro scalo, italiano o europeo. Sono state solo le indagini successive, quelle relative al video del 29 aprile in cui si vedono tre uomini allontanarsi con delle pale nei campi sul retro della casa della famiglia che la procura ha focalizzato le indagini sull’ipotesi dell’omicidio.

Intanto il Comune di Novellara ha organizzato un sit-in e una fiaccolata, per domani sera. L’amministrazione invita tutta la cittadinanza in piazza Unità d’Italia, domani, venerdì 28 maggio, alle 21. “Si chiede a tutti i partecipanti di portare una torcia per illuminare il buio, come simbolo di solidarietà e speranza”. Obbligo di mascherina e sarà garantito il distanziamento. “La comunità di Novellara – prosegue il Comune – si stringe idealmente intorno alla ragazza, nella speranza di poter avere presto sue notizie”. Sono invitate tutte le comunità religiose: “Responsabilmente dobbiamo riunirci per condannare qualsiasi eventuale gesto di violenza, lanciando un appello di speranza”, ha detto la sindaca Elena Carletti.

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