Di investimento in investimento. A pochi mesi di distanza dall’annuncio dei 3 miliardi di euro destinati al settore dei semiconduttori, Bosch ha ufficializzato un’altra operazione, questa volta da 10 miliardi e entro il 2025, nella digitalizzazione e nella connettività. La portata è più significativa perché il colosso tedesco della fornitura globale di servizi e tecnologia farà sostanzialmente da solo. Nel senso che a differenza dell’investimento sui microprocessori, comparto ritenuto strategico da Unione Europea e governo tedesco che sostengono i relativi programmi industriali, le risorse destinate ai nuovi progetti sono sostanzialmente interne.

Stefan Hartung, amministratore delegato di Bosch, ha chiarito che si tratta di “una grande opportunità”, in qualche modo certificata dalla stima del Boston Consulting Group sul giro d’affari potenziale entro i prossimi 30 anni: 850 miliardi di dollari. Le simulazioni quantistiche, per le quali Bosch si avvarrà degli oltre venti computer messi a disposizione dalla IBM, serviranno per “trovare surrogati dei metalli preziosi e delle terre rare nei gruppi propulsori a zero emissioni di carbonio – nel motore elettrico e nella cella a combustibile”. L’obiettivo è quello di ricavare e fornire i dati necessari nel corso del prossimo decennio. Circa al possibilità per l’Europa di ridurre la dipendenza da queste risorse Hartung è apparso più scettico: “I tempi sono lunghi”, ha ammesso.

Il numero uno della multinazionale di Stoccarda ha preso attivamente parte al Bosch Connected World di Berlino, tornato a svolgersi in presenza a poco meno di tre anni di distanza dall’ultima volta. Lo ha fatto assieme a Oliver Zipse, Ceo di Bmw Group, che a parte definire la i7, la nuova ammiraglia elettrica con l’insegna dell’Elica come “l’auto più bella al mondo”, ha parlato anche di sicurezza cibernetica. Ha assicurato che la casa bavarese “non è disposta a concedere l’accesso diretto ai dati alle società che ce li chiedono”. Poi ha rimandato al prossimo 4 gennaio, giorno in cui al Consumer Electronic Show di Las Vegas Bmw anticiperà la propria visione digitale.

La sostenibilità è una delle grandi sfide con cui si cimenta Bosch, chiamata a fornire soluzioni ambientalmente compatibili anche alle case automobilistiche. La quantistica permette l’elaborazione di monumentali quantità di dati in tempi rapidissimi con possibili guadagni in termini di efficienza, che possono significare utili. I risparmi di tempo, di risorse e di spostamenti sono un contributo anche alla riduzione delle emissioni.

La politica ha impegnato l’industria europea, la filiera dell’auto in particolare, ma non solo, in una corsa contro il tempo verso la decarbonizzazione. “L’individuazione di un obiettivo – ha osservato Hartung – è un fatto positivo, ma Commissione Europea e governi indichino adesso anche un piano su come raggiungerla”. “Perché – ha ammonito – ci sono cose che non dipendono dai costruttori, che non possono occuparsi anche della produzione di energia pulita, ad esempio”.

Secondo il top manager, che ha scherzato sulla propria nomina (“sono entrato in carica all’inizio del 2022 ed ero contento di essere diventato Ceo e guardate con quali mi problemi devo confrontarmi”), per far rientrare la crisi energetica serviranno almeno due anni. A giudizio di Hartng, per salvarsi l’Europa non ha che una via: “Puntare sui propri punti di forza – ha concluso – che sono sempre stati l’istruzione, in fondo l’università è nata nel nostro continente, e le infrastrutture”. Il segnale di Bosch è chiaro: una parte dei 10 miliardi verrà dirottata proprio nella formazione del proprio personale, perché i collaboratori “sono la chiave della nostra ‘tecnologia per la vita’ di oggi e domani”, ricorda anche Tanja Rückert, a capo della divisione che si occupa della digitalizzazione.

Articolo Precedente

Renault, atto III. E Luca De Meo si accorda con Geely per motori termici e ibridi

next