Per i vertici del ministero della Cultura questo inizio di legislatura è quanto meno pirotecnico. Da una parte questo provoca anche qualche cortocircuito, per esempio sui musei gratis. Il ministro Gennaro Sangiuliano ha detto di essere “assolutamente contrario” a differenza del suo sottosegretario Vittorio Sgarbi. “Diverso è fare una politica sociale per i giovani e gli anziani, ma tenere i musei gratis a parte che non regge sul piano economico, poi deprezza il valore delle opere”, ha aggiunto. “Abbiamo i soldi del Pnrr e sono da spendere bene, con onestà ed efficienza. Siamo la prima super potenza culturale del pianeta. In Italia secondo me il ministro della Cultura conta tantissimo – ha proseguito – perché la cultura se ben utilizzata, resa attrattiva, fruibile, può essere un fattore di incremento di vari punti del Pil”.

Oggi un’altra uscita, stavolta all’indirizzo del direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt, reo – secondo Sangiuliano – di aver tenuto chiuso il museo nella giornata di lunedì 31 ottobre, durante il ponte di Ognissanti. “Gentile direttore – questo il testo completo del messaggio del Ministro – ho appreso dagli organi di stampa che nella giornata di lunedì 31 ottobre le Gallerie degli Uffizi sarebbero rimaste chiuse impedendo così a migliaia di visitatori di poterle visitare durante il ponte di Ognissanti. Mi risulta che in circostanze analoghe altri musei e gli stessi Uffizi abbiano anticipatamente modificato la normale giornata di chiusura settimanale proprio per evitare disagi a visitatori e turisti. Le chiedo se questa ricostruzione risponda al vero. Se così fosse, e lo riterrei gravissimo, vorrei sapere come mai in questa circostanza non si sia proceduto come nel passato. Non sfugge alla Sua intelligenza che una chiusura di questo tipo, oltre a costituire una perdita di introiti, rappresenti un danno di immagine per le Gallerie degli Uffizi e per l’intero Sistema museale nazionale”.

Al messaggio di Sangiuliano ha risposto con un lungo intervento anche il direttore Schmidt che ha detto di essere “scandalizzato come lui”, ha anticipato che manderà una relazione al ministero e ha confermato quello sollevato dal ministro è il “tema forse più critico in questo delicato momento per il settore dei musei statali: quello della carenza di personale“. Da anni, spiega il direttore, vengono chiesti rinforzi al ministero “perché l’assunzione delle Risorse umane non è competenza dei singoli musei dotati da parziale autonomia, bensì degli uffici centrali del Ministero“. D’altro canto Schmidt rivendica il fatto che i visitatori stanno tornando che gli Uffizi fanno da traino dell’economia di Firenze. Schmidt sottolinea anche i numeri del ponte di Ognissanti: tra sabato e martedì le presenze nei musei degli Uffizi sono state oltre 55mila. Lunedì però è rimasto aperto solo il Giardino di Boboli, ma non la Gallerie delle statue e delle pitture e non Palazzo Pitti. Insomma il direttore degli Uffizi arriva a fare proprie le parole del ministro: “Anch’io trovo gravissimo che gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia sono rimasti chiusi lunedì, e il Bargello addirittura martedì 1 novembre, per lo stesso serio motivo, che è la grave carenza del personale nelle strutture museali statali”.

Schmidt aggiunge che le aperture straordinarie di lunedì e di sera si basano sulla volontarietà del personale ma ricorda anche che una norma intervenuta due anni fa “limita il guadagno in più al 15% del trattamento tabellare annuo lordo di ciascun dipendente: per questo motivo quest’anno abbiamo potuto offrire delle aperture speciali con grande successo nella primavera e ancora in estate, ma troppi tra gli assistenti in sala che volentieri partecipano a queste aperture – comunque sempre meno, per via dei pensionamenti – hanno raggiunto o si stanno avvicinando a questo limite”. Il direttore aggiunge di aver chiesto al ministero di rafforzare il servizio in vari modi ricevendo il no del ministero. “Il problema della carenza degli organici è endemico riguarda praticamente tutto il panorama museale, bibliotecario e archivistico nazionale: è ormai irrisolvibile senza un intervento netto e deciso dalla parte centrale, che inverta la prassi consolidata in questi anni. Se le Gallerie degli Uffizi possono dare una mano a muoversi in questo senso, sono pronte”.

Per sopperire alla cronica mancanza di personale statale, cui si aggiungono – quando disponibili – le unità di vigilanza provenienti da Ales (società inhouse del ministero), dal concessionario e da altri istituti ministeriali. Queste ultime però stavolta non c’erano. Lo indicano a chiare lettere alcune delle sigle sindacali del comparti beni culturali. “L’apertura straordinaria degli Uffizi – dice Enzo Feliciani della Uil beni culturali – è vincolata a un certo numero di personale interno che deve essere destinato in determinati ruoli di sicurezza. Per lunedì scorso non era disponibile il numero minimo di personale di Stato, anche perché molti di esso ora lavorano negli uffici. In questi casi si fa affidamento alla volontarietà, che dà luogo anche a una retribuzione particolare. Ma stavolta evidentemente non era possibile”. “È difficile far capire a tutti il problema del personale agli Uffizi- dice Mirella Dato della Cgil beni culturali – Il direttore ha provato a cercare il personale, ma si è scontrato con la reale esiguità dei numeri. È una questione delicata e di non facile comprensione perché il personale a disposizione è di molto inferiore alla pianta organica e poi c’è da garantire il riposo a tutti. Normalmente si ricorre ad Ales e al personale del concessionario, ma se mancano i numeri minimi degli statali, cui è demandata la sicurezza, capiamo che il personale è inadeguato”.

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