“Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane. Così ritorno ringiovanito”. Sono indimenticabili le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nella veglia della Giornata mondiale della gioventù svoltasi a Roma durante il Grande Giubileo del 2000. “Nel corso del secolo che muore, – disse Wojtyla – giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”.

A tenere vivo questo insegnamento è la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo II per la gioventù, presieduta da Daniele Bruno, che opera all’interno del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, il cui prefetto è il cardinale Kevin Joseph Farrell.

In vista della Giornata mondiale della gioventù che si svolgerà nell’agosto 2023 a Lisbona, l’organismo della Santa Sede si sta preparando per questo importante evento ecclesiale. “Questo – ha spiegato Bruno – è, oggi, ed è stata sin dalla sua costituzione, la Fondazione: persone che hanno offerto, sempre gratuitamente, parte del loro tempo e le loro idee al servizio dei giovani, per provare a stimolare il loro interesse al fine di promuoverne l’evangelizzazione”.

Bruno, inoltre, ha ricordato che “in oltre 30 anni di attività, molte iniziative sono state promosse dalla Fondazione: sin dalla sua costituzione ha curato la realizzazione della rivista WYD Magazine celebrativa di ogni Giornata, a partire dal 2013 ha organizzato l’ormai consueto convegno sulla tutela del creato, ha sostenuto, anche economicamente, le azioni dell’ufficio giovani del Dicastero, ha supportato anche dal punto di vista pratico/logistico le sue iniziative e incontri mediante l’aiuto di un gruppo di volontari, ha contribuito alle spese di partecipazione alle Gmg (Giornata mondiale della gioventù) di alcuni giovani che, altrimenti, non vi avrebbero potuto partecipare e ha organizzato mostre durante le Gmg tese a sensibilizzare i giovani sui valori dell’arte e su ciò che essa simboleggia”.

La Fondazione cerca di concretizzare quanto disse Papa Francesco nella veglia della Giornata mondiale della gioventù svoltasi a Cracovia nel 2016: “Il tempo che oggi stiamo vivendo non ha bisogno di giovani-divano”. Una metafora spiegata efficacemente da Bergoglio: “Nella vita c’è un’altra paralisi ancora più pericolosa e spesso difficile da identificare, e che ci costa molto riconoscere. Mi piace chiamarla la paralisi che nasce quando si confonde la felicità con un divano! Sì, credere che per essere felici abbiamo bisogno di un buon divano. Un divano che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri. Un divano, come quelli che ci sono adesso, moderni, con massaggi per dormire inclusi, che ci garantiscano ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi e passare ore di fronte al computer. Un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci”.

Francesco spiegò che “la ‘divano-felicità’ è probabilmente la paralisi silenziosa che ci può rovinare di più, che può rovinare di più la gioventù. ‘E perché succede questo, padre?’. Perché poco a poco, senza rendercene conto, ci troviamo addormentati, ci troviamo imbambolati e intontiti. L’altro ieri, parlavo dei giovani che vanno in pensione a 20 anni; oggi parlo dei giovani addormentati, imbambolati, intontiti, mentre altri, forse i più vivi, ma non i più buoni, decidono il futuro per noi. Sicuramente, per molti è più facile e vantaggioso avere dei giovani imbambolati e intontiti che confondono la felicità con un divano; per molti questo risulta più conveniente che avere giovani svegli, desiderosi di rispondere, di rispondere al sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore”.

Da qui, l’appello del Papa ai giovani del mondo: “Non siamo venuti al mondo per ‘vegetare’, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’impronta. È molto triste passare nella vita senza lasciare un’impronta. Ma quando scegliamo la comodità, confondendo felicità con consumare, allora il prezzo che paghiamo è molto ma molto caro: perdiamo la libertà. Non siamo liberi di lasciare un’impronta. Perdiamo la libertà. Questo è il prezzo. E c’è tanta gente che vuole che i giovani non siano liberi; c’è tanta gente che non vi vuole bene, che vi vuole intontiti, imbambolati, addormentati, ma mai liberi. No, questo no! Dobbiamo difendere la nostra libertà”.

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