Cultura

Milano, 30 artisti improvvisano ‘La danza della libertà’ a sostegno delle donne iraniane: la performance sulle note della cantante Sahbā Khalili Amiri

di F. Q.

Una call to action per artisti lanciata poche ore prima dell’associazione culturale no profit Esplorazioni Contemporanee, per condividere un momento di libera interpretazione, riflessione e creazione collettiva a supporto della causa iraniana. Così alla Cascina nascosta all’interno del Parco Sempione di Milano si sono ritrovati una trentina di danzatori, fotografi e musicisti tra cui la cantante iraniana Sahbā Khalili Amiri, autrice di un emozionante canto su cui gli artisti hanno dato libera interpretazione della propria “danza della libertà”, lasciandosi ispirare e trasportare da una melodia dai toni malinconici ma allo stesso tempo ricca di speranza. Dopo questa iniziativa, Esplorazioni Contemporanee – scuola itinerante e incubatore di format sull’arte dell’improvvisazione con al centro la sinergia tra musica, la danza e fotografia – si vuole espandere sui social intorno all’hashtag #ArtistsForIran, invitando tutti i talenti di ogni forma di espressione artistica a interpretare il proprio concetto di vicinanza alla causa persiana. “Il progetto no profit Amaway di Esplorazione Contemporanee è aperto a tutti, un modello artistico che racconta le donne attraverso laboratori-shooting di danza e fotografia, in cui attraverso l’improvvisazione guidata viene esplorata la specificità dei soggetti, la loro storia, la loro bellezza, la loro unicità. Artisti e spettatori vivono nel momento della performance un intenso momento introspettivo – raccontano le ideatrici Laura Ziccardi, coreografa e docente del Centro Formazione Aida di Milano e Sonia Santagostino, fotografa e docente dell’Istituto italiano di fotografia di Milano. Abbiamo sentito la forte esigenza di empatizzare con le donne vittime delle discriminazioni, interpretando la loro lotta partita da singole rivendicazioni per la libertà, ma ora esplosa nel Paese e oltre confine contro un sistema obsoleto che non funziona più per nessuno. Ci è venuta l’idea di chiamare a raccolta gli artisti che sentivano il nostro stesso bisogno di condivisione e di espressione. Ognuno ha dato il proprio meglio mettendo a disposizione il proprio talento. Un grido per i diritti delle donne cui hanno partecipato anche diversi uomini uniti intorno a noi nel creare insieme un momento di energia positiva”.

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