Prima riunione dei parlamentari di Fratelli d’Italia. Tra i primi ad arrivare è Carlo Nordio. L’ex magistrato è dato tra i papabili per ricoprire l’incarico di Guardasigilli. “Primo impegno in parlamento da Ministro della Giustizia? No – dice il neo parlamentare – queste sono prerogative del Capo dello Stato su indicazione del presidente del Consiglio”. Ma se la Meloni Chiama? “Io sono un servitore dello Stato“.

Poi Nordio commenta lo stato di salute della Giustizia, e parla già di nuove riforme nonostante quelle promosse da Marta Cartabia siano appena state approvate. “In questo momento l’urgenza fondamentale sia economica e quindi ogni riforma che riguardi la giustizia deve mirare a recuperare risorse, quindi la cosa più importante da fare è rendere la giustizia più efficiente e più rapida, perché la lentezza dei processi ci costa un paio di punti di Pil annui”. Per rendere la giustizia più veloce il governo di Mario Draghi aveva introdotto la cosiddetta improcedibilità: il processo muore se non si conclude entro un certo periodo di tempo.

Un meccanismo contestato che però a Nordio sembra non bastare. “Nel momento in cui furono fatte quelle riforme non c’erano le urgenze economiche che ci sono adesso e quindi secondo me, e mi auguro che anche con il concorso dell’opposizione – auspica Nordio – bisogna almeno per ora lasciar da parte tutte quelle che sono le situazioni più divisive e conflittuali anche con la Magistratura. In questo momento occorre recuperare efficienza e risorse con gli uffici giudiziari che sono al collasso e questo rallenta i provvedimenti civili, penali e gli investimenti degli stessi italiani, non solo degli stranieri e quindi, secondo me, quale che sia il contributo che io possa dare, ma penso che sarà nell’ambito della giustizia, perché questo è il mio lavoro, questo sarebbe l’elemento primario”. “Se vanno archiviati il berlusconismo e le riforme Cartabia? – continua – Quello che è stato è stato, guardiamo al futuro” si conceda Nordio. Invece Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi e neo deputato di Fratelli d’Italia, al rientro in parlamento, si trincera dietro un lungo silenzio prima di entrare all’assemblea con Giorgia Meloni.

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