Se c’è ancora un attimo per essere ascoltati, vorrei dire la mia di fronte alla scelta di voto. Due ragionamenti, uno molto semplice, quasi prepolitico, l’altro più complesso, e molto politico, convergono nella stessa direzione. “Verdi” e “Sinistra” sono due parole chiave, due idee di fondo di cui c’è bisogno, ma si tratta di dargli corpo in un programma attuale.

Mi pare che l’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ci sia riuscita, visti gli apprezzamenti che il programma ha ricevuto dal mondo ambientalista, da Italian Climate Network, dal Forum contro le disuguaglianze, dal mondo Lgbt. E anche le storie dei due candidati di spicco, Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro, hanno una allusione, una carica programmatica nette.

Certo, non di sole parole chiave è fatta la politica, ma già il (solo) fatto di essere la (unica) lista con un riferimento esplicito all’ambientalismo, cioè al tema dei temi, potrebbe essere un buon motivo per sostenerla. Ma poi ci sono la politica, la credibilità, i rapporti di forza, le alleanze… La brutta e contorta legge elettorale che abbiamo, e che la destra non ha voluto trasformare nell’auspicabile ritorno al proporzionale, ha causato distorsioni e mal di pancia nella visione della proposta politica dell’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana. E’ alleata o no col Pd? Avrebbe fatto meglio ad allearsi coi 5 stelle? Che significa “alleata”?

In definitiva sta venendo fuori (e probabilmente i risultati confermeranno) un dato di fondo tanto semplice a dirsi quanto complicato a risolversi. Solo un’alleanza che comprenda anche sia il Pd sia i 5stelle può evitare il malgoverno della destra. Questa osservazione politica di fondo è più forte di qualunque cosa sia successa attorno al governo Draghi.

Alleanza Verdi e Sinistra Italiana è l’unica forza politica che – pur avendo le sue valide ragioni di polemica e distinzione sia rispetto al Pd sia rispetto a 5 stelle – ha tenuto ferma e aperta la prospettiva, e si è battuta per l’unità. Che poi abbia scelto l’accordo tecnico per gli uninominali con l’unica coalizione che glielo proponeva (quella attorno al Pd) è stata una scelta a mio parere intelligente, ma non dirimente. Intelligente perché forse grazie a questa scelta si riuscirà a evitare che la destra si prenda i due terzi del Parlamento. Non dirimente, nel senso che non è una scelta permanente di principio.

Quello che molti dovrebbero e potrebbero riconoscere è che c’è bisogno di una forza diversa da Pd e 5 stelle, diversa ma ambientalista e non settaria per dare possibilità di ricostruire una dinamica positiva alle forze progressiste-europeiste italiane.

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