Dopo che i dati di luglio hanno evidenziato il primo calo degli occupati da agosto 2021, l’Istat riassume l’andamento del mercato del lavoro nei tre mesi precedenti. L’aumento nel secondo trimestre è stato di 175mila unità (+0,8%), con il totale che è salito così a 23 milioni e 150mila persone in termini assoluti, corrispondenti al 60,2%, e di 677mila unità (+3,0%) sullo stesso periodo del 2021. Trend che si inverte, appunto, se si prendono in considerazione i dati parziali sul mese di luglio: si registra una lieve diminuzione degli occupati (-22 mila, -0,1%) e del tasso di occupazione (-0,1 punti).

Cala anche il tasso di disoccupazione che scende all’8,1% (-0,4 punti sul trimestre precedente), con i disoccupati che in numeri assoluti calano a quota 2 milioni e 25mila. Nel secondo trimestre 2022, l’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) continua ad aumentare, sia rispetto al trimestre precedente (+1,3%) che allo stesso trimestre del 2021 (+5,1%).

Entrando nel dettaglio dei nuovi occupati, dai dati diffusi dall’Istituto si nota che l’aumento riguarda i dipendenti, sia a termine (+48mila, +1,6%) che a tempo indeterminato (+126 mila, +0,8%), mentre rimane stabile il numero degli indipendenti. L’aumento è più marcato tra gli uomini (+0,6% rispetto al +0,4% delle donne), tra i 15-34enni (+0,9%) e tra i residenti del Mezzogiorno (+0,8% rispetto al +0,5% nel Nord e alla stabilità nel Centro).

Anche il tasso di inattività scende al 34,4% (-0,3%). Aumentano sia il monte ore lavorate (+2,6% rispetto al trimestre precedente e +11,0% rispetto allo stesso trimestre del 2021) sia le ore lavorate per dipendente: +1,3% su base congiunturale e +5,6% su base tendenziale. Rispetto al secondo trimestre 2021, le ore di cassa integrazione diminuiscono di 70,5 ore ogni mille lavorate.

In termini congiunturali, il costo del lavoro per unità di lavoro e le sue componenti – retribuzioni ed oneri sociali – registrano lo stesso aumento, pari allo 0,6%; su base annua, invece, l’aumento del costo del lavoro (+0,2%) è sintesi della crescita della componente retributiva (+0,5%) e della riduzione degli oneri sociali (-0,3%). Il tasso di posti vacanti, pari al 2,2%, si attesta al livello più elevato dall’inizio del periodo di osservazione, con una variazione rispetto al trimestre precedente di 0,2 punti percentuali.

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