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La regina Elisabetta e Lady Diana, le parole commoventi di William quando la madre rimase senza titolo ‘Altezza Reale’

La domanda delle domande, quella che ha tenuto banco per un tre decenni è sempre la stessa: che rapporti intercorrevano tra la Regina e Diana? Difficile dirlo con certezza, più facile affidarsi a ricostruzioni in cui il confine tra vero e verosimile è più sottile che mai

di Francesco Canino

A Buckingham Palace si narra che quando Lady Diana intuì che la presenza di Camilla nel suo matrimonio con Carlo sarebbe stata un po’ troppo ingombrante, si fosse rivolta direttamente alla Regina Elisabetta chiedendole che cosa fare. La risposta della Sovrana? “Non lo so, Carlo è senza speranza“. Quello, come raccontò Diana ad alcuni confidenti, fu il suo unico aiuto. Ciò che in apparenza sembra un semplice aneddoto vecchio quasi quarant’anni, racconta invece molto bene il rapporto complesso (e per certi versi mai nato) che legò la Regina alla principessa del popolo. Due caratteri, due stili, due forma mentis troppo distanti per trovare un vero punto di incontro. Da una parte Elisabetta II, cresciuta a colpi di educazione rigida, protocolli e never complain, never explain (mai lamentarsi, mai dare spiegazioni); dall’altra Lady D., timida, insicura ma al tempo stesso abile ad utilizzare i media fino a trasformarsi in icona vivente. Anche a costo di scardinare l’ordine che regnava da secoli a corte.

La domanda delle domande, quella che ha tenuto banco per un tre decenni è sempre la stessa: che rapporti intercorrevano tra la Regina e Diana? Difficile dirlo con certezza, più facile affidarsi a ricostruzioni in cui il confine tra vero e verosimile è più sottile che mai. Qualcosa lo si intuisce da The Crown, per il resto è un trionfo di dettagli, episodi e soprattutto rumours più o meno veicolati ad arte dalle due “fazioni”. Di certo c’è solo che il legame fu complesso, pieno di alti e bassi, con picchi di gelo artico, fino ad un tardivo riconoscimento della personalità di Diana. “Era stata la Regina ad individuare proprio in quella giovane ragazza diciannovenne nel lontano 1981 la candidata perfetta per Carlo. Figlia dell’ottavo conte Spencer e di Frances Shand, Diana aveva studiato per diventare maestra d’asilo”, racconta Lavinia Orefici nel libro Elisabetta II dalla a alla z. Del resto Carlo aveva già trent’anni, flirtava con tutte (compresa la sorella di Diana, Sarah) e per la Regina era diventato urgente risolvere la questione nozze. La graziosa e acerba Diana sembra la sposa perfetta e in poco tempo si passa dal fidanzamento ufficiale al matrimonio, con le nozze show del 29 luglio 1981, celebrate davanti a 750 milioni di persone in mondovisione (poco prima della cerimonia, si scoprirà, Lady D cercò di fuggire). Tra nuora e suocera i rapporti sono cordiali, ma la Regina comincia presto a guardare con sospetto quella ragazza che cede spesso a crisi di pianto e nervosismi: ci prova a farla sentire a suo agio in famiglia, la porta a Balmoral per lunghe passeggiate in cui cerca di farle apprezzare la bellezza della natura scozzese e l’amore per i cavalli e i cani ma ottiene il risultato opposto. Il rapporto con Carlo è sempre più freddo, le gravidanze acuiscono i problemi alimentari e la depressione e Diana si sente sempre di più un corpo estraneo nella vita di corte.

Intanto però gli occhi dei media sono tutti su di lei e la sua popolarità comincia a diventare un problema per i Windsor. Nel celebre royal tour che Diana e Carlo fanno in Australia e Nuova Zelanda, nel 1983, venne calcolato che il 93% delle foto erano state scattate alla lei. Che ruba la scena persino alla Regina, nel novembre del 1984, quando viene invitata ad assistere al tradizionale discorso per l’apertura del Parlamento. La Sovrana non gradisce il look eccessivo e scatta la prima vera frattura tra le due. Ad acuire la distanza è da una parte l’insofferenza di Diana al protocollo e alla ragion di Stato, dall’altra la freddezza con cui Elisabetta risponde alla sue “richieste di aiuto”: Camilla Parker Bowles è una presenza sempre più ingombrante e quando Diana si presenta in lacrime e infelice chiedendo alla Sovrana come affrontare “un matrimonio senza amore”, si trova davanti una donna impassibile, cresciuta com’è nel rigore e nell’ottica di non mostrare mai pubblicamente i suoi sentimenti. A far precipitare le cose sono due passaggi chiave nella vita pubblica di Lady Diana. La celebre biografia scandalo scritta Andrew Morton (la principessa negherà sempre di essere la “fonte occulta” ma si scoprirà poi che registrava nastri e li faceva avere al giornalista tramite amici fidati), con le rivelazioni su infelicità, disturbi alimentari, tentativi di suicidio e sul matrimonio infelice con Carlo. E poi l’intervista al programma Panorama della BBC (26 anni dopo l’emittente ammise che le fu estorta con l’inganno e chiese pubblicamente scusa), quella del celebre “un matrimonio un po’ troppo affollato”, colpo fatale all’immagine di Carlo e dunque della Corona. Per la Regina, che aveva avvolto con maniacalità la Famiglia Reale in una bolla di riservatezza assoluta per mantenere un’aura magica intorno alla Monarchia, fu il punto di non ritorno. “Ordinò il divorzio che arrivò l’anno successivo, e nonostante i 17 milioni di sterline di buona uscita, costò a Diana il rango di Altezza Reale. Si racconta che William per consolare la madre, le disse: ‘Appena sarò re, te lo restituirò'”, ricorda la Orefici nel suo libro.

A quel punto la distanza si fece ancora più siderale e Diana, con un piede fuori da The Firm, vide crescere in maniera ancora più esponenziale la sua popolarità mischiando gossip, strappi al protocollo e impegno umanitario (già cominciato quando strinse le mani e abbracciò un malato di Aids), tra campagne contro le mine auti-uomo in Angola e raccolte fondi milionarie. Il capitolo finale produce l’ennesimo colpo di scena, che questa volta ha per protagonista Elisabetta II. Diana muore il 31 agosto 1997 sotto il ponte dell’Alma, a Parigi, mentre si trova in auto con il suo ultimo fidanzato, Dodi Al-Fayed: inseguiti dai paparazzi, si schiantano ed entrambi muoiono in condizioni drammatiche. E mentre il mondo piange la “regina di cuori”, Elisabetta resta a Balmoral con Carlo e i due nipoti William e Harry: l’obiettivo è quello di proteggerli, ma l’opinione pubblica non capisce quell’assoluto riserbo e chiede alla Sovrana di esporsi e parlare. Come racconta bene il film The Queen, con Helen Mirren, fu l’allora premier Tony Blair a fare pressing sulla Regina per ottenere un suo intervento pubblico, cosa che avvenne con il rientro a Londra, il 5 settembre, quando la Regina pronuncia un discorso definito da molti “storico”.

“Quello che vi dirò, come regina e come nonna, viene dal cuore. Primo: voglio rendere omaggio a Diana personalmente. Era un essere umano eccezionale e dotato. Nei momenti buoni e in quelli cattivi, non ha mai perso la capacità di sorridere e ridere, né di ispirare gli altri con il suo calore e la sua gentilezza. L’ho ammirata e rispettata per la sua energia e il suo impegno verso gli altri e in particolare per la sua devozione verso i suoi due ragazzi”, disse in diretta da Buckingham Palace, abito nero, filo di perle al collo e sguardo fisso in camera. “Questa settimana a Balmoral siamo rimasti uniti nel cercare di aiutare William e Harry a venire a patti con la devastante perdita che sia loro che il resto di noi ha subìto”. Parole che risuonarono quasi come l’ammissione di non aver mai compreso fino in fondo Diana. Poi l’ultimo inatteso gesto, durante i funerali di Stato: il feretro della principessa che passa, Elisabetta II che inchina leggermente il capo. Un omaggio e soprattutto un modo per riannodare il rapporto con la principessa che aveva capito il popolo meglio di chiunque altro.

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