di Alessio Andreoli

La cosa dei politici sbarcati su TikTok, così come su tutti gli altri social, dovrebbe preoccuparci tutti. Non sto affatto facendo una campagna contro i social ma vorrei porre l’accento su alcuni aspetti che, a mio parere, possono ingannarci e quindi manipolare il nostro pensiero falsificando la realtà. Non sto criticando quanto viene scritto o le foto postate nei tweet o su Instagram, e nemmeno i link ad articoli di giornale o documenti digitali, anche se su questo modalità comunicativa non mancano elementi su cui riflettere.

Quello di cui scrivo sono i video: siamo abituati a vedere brevi video dove persone normalissime (su TikTok in particolare i giovani) cercano di condividere parte della loro vita, cercando ovviamente il consenso di amici o perfetti sconosciuti per esaltare la propria unicità, cercando consenso per una lecita e assolutamente innocente gratificazione personale, per accrescere la propria autostima, per l’orgoglio di dimostrare le proprie capacità nei campi più disparati oppure anche semplicemente per soddisfare il bisogno di attenzione, per affermare la propria personalità e quindi il riconoscimento e la stima di chi ci circonda.

In questi video, postati per la maggior parte da giovani ragazzi e ragazze, è evidente la spontaneità, anche lo sforzo di assomigliare il più possibile a un professionista della comunicazione o della cinematografia – e paradossalmente a volte proprio la mancanza di professionalità rende il video davvero interessante o piacevolmente esilarante, dandogli un valore aggiunto inaspettato. Tutto questo è comunque dettato dalla spontaneità, tipica della gioventù senza nessuna intenzione di manipolare il pensiero dei “visitatori” o dei “follower” e tutti questi video sono girati autonomamente o con l’aiuto di un amico o di un famigliare.

Adesso parliamo un po’ dei video girati dai politici: ragazzi (e non solo) pensate davvero che sia tutta farina del loro sacco? Che le parole siano il loro vero pensiero o che scaturiscano spontaneamente dalle loro labbra? Pensate davvero che le espressioni facciali, il tono della voce, le luci, la postura, i dettagli di contorno siano casuali o spontanei? Purtroppo io credo e sono convinto che non sia così. Non è così perché il fine del video non è lo stesso che spinge noi normali cittadini a postare, pubblicare qualche cosa di noi stessi o qualche cosa che ci piace particolarmente. Il fine, lo scopo, è carpire la nostra buonafede in funzione del voto creando un costrutto totalmente artificiale che fa leva sulle nostre pulsioni emotive facendoci credere che questi politici hanno i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse emozioni, le nostre stesse preferenze.

In realtà sono convinto (visti i mezzi economici di cui dispongono) che dietro ogni parola, ogni espressione facciale, dietro al cambio di tono della voce, dietro anche al più piccolo e apparentemente innocuo dettaglio (come quello che può esserci su una scrivania), dietro tutto questo ci sono team di professionisti della comunicazione, psicologi della comunicazione, probabilmente anche registi e tecnici vari che istruiscono, guidano, correggono il protagonista del video.

Ma davvero crediamo che il proprietario di Mediaset (e qualche altro), così da un giorno all’altro decida di girare qualche video per TikTok gettandosi spontaneamente allo sbaraglio come potremmo fare noi? Forse sono troppo critico e diffidente, magari è così visto tutto quello che ci ha fatto credere fino ad ora (e non solo lui) o, al contrario, ho pienamente ragione. Se avessi ragione cari ragazzi state all’erta e come dice Crozza: ragioniamoci su.

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