Domenico De Siano, Carlo Sarro, Antonio Pentangelo e Marzia Ferraioli lasciano Forza Italia. Lo hanno annunciato in conferenza stampa a Napoli gli stessi quattro parlamentari uscenti, storici esponenti del partito di Silvio Berlusconi in Campania: De Siano è stato per anni coordinatore regionale (e ha celebrato il finto matrimonio di Berlusconi e della fidanzata Marta Fascina), Pentangelo ha guidato a lungo il partito nell’area metropolitana partenopea e Sarro in quella casertana. La ragione dell’addio, dicono, è nelle modalità con cui sono state formate le liste dei candidati alle elezioni politiche del 25 settembre, in particolare la mancanza di una rappresentanza territoriale adeguata, e l’assenza di spiegazioni al riguardo da parte del partito centrale. “Riteniamo che, di fronte a questo silenzio che rende ancora più incomprensibile quanto accaduto, non ci siano più le condizioni di agibilità politica per continuare a militare in Forza Italia”, ha spiegato Carlo Sarro. La mossa segue alla candidatura blindata in Campania di Fascina e al passaggio ad Azione della ministra per il Sud Mara Carfagna, il principale volto regionale del partito. Già nei giorni scorsi si era scatenata la protesta dei territori per le mancate ricandidature di alcuni volti storici, e il coordinamento nazionale di Forza Italia giovani aveva espresso “sincera delusione e profonda amarezza” per l’esclusione di “una rappresentanza, anche minima, delle nuove generazioni”.

Il capolista alla Camera in tutti i collegi plurinominali della regione è il coordinatore nazionale Antonio Tajani, seguito in tre casi da Fascina (che quindi è capolista di fatto), in uno da Annarita Patriarca e in un altro da Tullio Ferrante. “In Campania io sono tanti anni che mi interesso di attività politica e leggo nomi di candidati che potranno essere i più bravi del mondo, ma che io non conosco, non so chi siano, non li ho mai sentiti nominare. E non sono l’ultimo arrivato”, ha affondato Sarro, in Parlamento dal 2008. “Qual è stata la logica che ha portato i responsabili a formare le liste in questa maniera? Quella del merito, dell’appartenenza al territorio, della forza elettorale, o quella dell’appartenenza a un club? Stiamo ancora aspettando di sapere le ragioni per le quali parlamentari che risultano essere tra i più presenti nella legislatura e che si sono sempre allineati alle direttive del partito nazionale, non sono inquisiti, non hanno problemi con la giustizia e storicamente sono legati al territorio, non abbiano avuto neanche una telefonata almeno per spiegare il criterio dell’esclusione. È palese la volontà di Forza Italia di non volerci più”, attacca. Mentre De Siano, senatore azzurro nelle ultime due legislature, annuncia: “Continueremo a fare politica, la si può fare in tanti modi. Apporteremo la nostra consistenza elettorale a un partito che porta avanti i valori in cui crediamo, e che non sarà Forza Italia, non può essere Forza Italia. Dobbiamo valutare”.

Nel pomeriggio lasciano anche i due vicecoordinatori di Napoli, Maurizio Moschetti e Francesco De Giovanni. E tentati dall’addio sono pure due consiglieri comunali, Salvatore Guangi e Iris Savastano: “Siamo in una fase di riflessione e dovremo rivederci con Iris per fare il punto della situazione. Quello che è stato fatto dal coordinamento è stato un obbrobrio. La settimana prossima daremo comunicazioni ai nostri elettori sul da farsi per le prossime elezioni, ma oggi non mi sento di dire di votare Forza Italia”, ha detto Guangi intervenendo telefonicamente alla conferenza stampa. A criticare le scelte dei colleghi interviene una nota del deputato Sestino Giacomoni: “Non sempre si può giocare come titolari o come punte, a volte ci può essere chiesto di giocare stando un po’ più indietro oppure di stare in panchina, ma non per questo un giocatore cambia squadra. Chi crede nei nostri ideali non cambia squadra, non tradisce la sua bandiera perché non lo fanno giocare come titolare. Per questo dico che nonostante l’amarezza per alcune scelte che sono state fatte, io comunque non mollo, anzi mi impegno ancora di più”.

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