È tutto uno stracciarsi le vesti per la destra che quasi certamente andrà al potere. A parte il fatto che, essendo l’Italia dentro all’Europa, probabilmente non potrà cambiare più di tanto – e comunque l’Ue è in grado di “suggerire” altri governi, come accadde con Monti e forse anche con Draghi – ma poi andiamo a vedere in concreto com’è ridotta la nostra povera patria (Battiato docet), dopo decenni di governi di alternanza di simildestra e similsinistra.

Da dove cominciare? Magari la giustizia, che ho conosciuto per lavoro, tanto da capire che – anche grazie alla prescrizione – in carcere ci vanno e ci restano solo i poveracci, quelli difesi d’ufficio e che non possono permettersi l’avvocato di fiducia per tre gradi di giudizio. Poi ho conosciuto la giustizia a senso unico, quella di un pool apposito No Tav e quella del teorema Caselli. Segno che non tutti i reati sono uguali: quelli che contrastano il mercato delle costruzioni lo sono di più. Poi ho conosciuto dalle pagine dei giornali la denegata giustizia dei parlamentari che si difendono fra loro, a qualsiasi area essi appartengano. Ci sarebbe altro da dire, ma lo spazio non me lo consente.

La sanità. Sempre più privata, con le strutture pubbliche spesso al collasso, come nel caso dei pronto soccorso, come emerge dalle testimonianze anche di questo quotidiano. La scuola, che sforna sempre più gente ignorante grazie alla sinergia di similsinistra (Luigi Berlinguer) e simildestra (Letizia Moratti). Con la geografia addirittura scomparsa dalle materie di insegnamento.

Beni comuni. Il suolo? Sono anni che giace in parlamento una proposta di legge per contenerlo. Nel frattempo le regioni di simildestra e similsinistra consumano indifferentemente, anzi la Puglia è prima di gran lunga per i pannelli solari che consumano il suolo agricolo: e poi, direte, “importiamo il grano”… E giova ricordare che fu proprio grazie al similsinistro Bassanini che i comuni furono autorizzati a coprire i buchi di bilancio con gli oneri di urbanizzazione: da cui cemento a gogò, anche in presenza di centri urbani con migliaia di alloggi vuoti (Torino insegna). Per non parlare della grandi manifestazioni su cui similsinistra e simildestra vanno a braccetto: e qui la Torino di Chiamparino, la Milano di Sala, il Veneto di Zaia insegnano.

E infine, non ultima, la piaga dell’abusivismo edilizio, tipicamente italica e tipicamente non affrontata perché il farlo farebbe perdere consensi. Ma in Italia si consuma anche il mare: la spinta ai porti turistici per la classe agiata fu voluta dall’allora ulivista Burlando. Del resto non è proprio la classe agiata che sostiene la similsinistra? E che dire delle concessioni di beni comuni (lido del mare, acque minerali, terre da scavo) date ai privati per un tozzo di pane? Politica di destra o di sinistra?

Grandi opere: tipicamente la torta di quell’alta velocità su cui sempre questo quotidiano ha ospitato pregevoli interventi di Marco Ponti e Giorgio Ragazzi, che, dati alla mano, dimostrano l’assurdità di finanziare nuove tratte al sud, perfettamente utili solo al partito delle costruzioni. La simildestra vuol fare il Ponte sullo Stretto? il disastro non sarà comparabile con la nuova, folle tratta Salerno-Reggio Calabria (11,2 miliardi per risparmiare mezz’ora).

L’acqua. Il referendum sull’acqua pubblica è un lontano ricordo. Oggi i comuni devono giustificare se vogliono gestire in proprio l’acqua anziché darla ai privati (così il governo Draghi). Si teme il fascismo? Non sarà fascismo, ma certo non sono buoni segnali le privatizzazioni dei servizi pubblici dell’epoca D’Alema/Bersani, il pareggio di bilancio in Costituzione, i parlamentari assoggettati alle lobby, i telegiornali Rai con le informazioni a senso unico indistinguibili da quelli Mediaset, la repressione del dissenso, i poliziotti che picchiano i manifestanti senza poter essere identificati, i cantieri delle opere pubbliche militarizzati, l’aumento del budget per le spese militari, l’invio di armi all’estero per sostenere le guerre (Arabia, Ucraina), gli immigrati respinti. E poi mettiamoci anche l’aumento del divario fra ricchi e poveri, e il quadro sconfortante sarà quasi completo.

Verrà il fascismo? E allora? In fondo, che diavolo, i fascisti, anzi i nazisti (“econazisti”) siamo proprio noi che ci battiamo per i beni comuni, a detta di un guru della cultura di similsinistra che spiana i litorali… Quindi, tanto peggio non potrà andare.

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