L’alleanza di centro tra Azione e Italia Viva potrebbe non cambiare di molto i risultati elettorali nei collegi uninominali. Anzi, potrebbe spostare gli equilibri ancora più a vantaggio del centrodestra. È quanto emerge dalla rilevazione realizzata da YouTrend, in collaborazione con Cattaneo Zanetto & Co., la prima che tiene conto dell’accordo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Secondo lo studio, alla Camera sono 14 i collegi dove oggi il vantaggio del centrodestra sul centrosinistra è inferiore alla percentuale di cui sono accreditate Azione e Iv: sono concentrati soprattutto nelle grandi città (Roma, Milano, Torino e Genova) e in Toscana. In questi collegi, la spaccatura fra il centrosinistra e il ticket Calenda-Renzi porterebbe acqua al mulino di Meloni, Salvini e Berlusconi, sottraendo, quindi, voti al centrosinistra e creando un divario ancora maggiore tra le due coalizioni. Al Senato, dove i collegi uninominali sono più grandi, sono 5 i collegi dove sarebbe decisivo a favore del centrodestra: a Roma, in Toscana e in Romagna.

Le stime di YouTrend/Cattaneo Zanetto & Co. mostrano che il centrodestra è ancora favorito per la conquista della maggioranza dei collegi. La situazione attuale vede 114 collegi con una chiara tendenza favorevole al centrodestra alla Camera, sui 147 totali. Al Senato 57 su 74. In una ulteriore simulazione gli istituti si sono chiesti cosa potrebbe accadere nel caso in cui l’alleanza Calenda-Renzi arrivasse a conquistare il 10% totale delle preferenze, erodendo un 4% di consensi tutti dal campo del centrodestra. Uno scenario già difficile, ma che in ogni caso non sconvolgerebbe gli esiti: fino a 14 seggi alla Camera e 8 al Senato potrebbero tornare contendibili. A Montecitorio il centrosinistra avrebbe 3 parlamentari quasi sicuri in più (passando dai 6 attuali ai 9 potenziali) e potrebbe giocarsela con maggiori chances in altri 11, mentre a Palazzo Madama conquisterebbe un solo senatore rispetto alle stime precedenti (da 2 a 3) e aprirebbe la sfida per altri 6 seggi. Un collegio senatoriale in più potrebbe andare, con questo scenario alla Sudtiroler Volkspartei. Tornerebbero in bilico soprattutto diversi collegi del Mezzogiorno, oltre che negli hinterland delle grandi città.

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