di Simona Ratti

Abito di fronte a una sede di quartiere del Pd che non viene frequentata da anni, ogni tanto qualche vecchio iscritto appare e ripulisce il marciapiede antistante o attacca qualche pagina di un quotidiano in bacheca e poi di nuovo spariscono tutti. Le bandiere (Pd-Ue-Arcobaleno) ormai scolorite da tempo e ridotte a vecchi stracci sono emblematiche di quanto il partito sia presente sul territorio.

La zona è esattamente quella che andrebbe presidiata da un partito di sinistra/centro sinistra/centro: popolare ma con un tessuto sociale ancora attivo, popolazione mista con una forte componente di cittadini da altri stati integrati, con un lavoro e che mandano i figli a scuola. Questa sede non sa nulla di quello che succede in quartiere, dei bisogni delle persone, della nostra quotidianità, di come sia difficile confrontarsi con la sanità lombarda, con la scuola divisa in classi di serie A e di serie B, con la fatica che fanno gli anziani a prenotare un qualsiasi servizio che passa da internet. E Letta e compagnia bella ci vengono a parlare di atlantismo, dell’Europa del futuro, di combattere la destra.

Scusa Enry, ma io faccio già una grande fatica a tirare a fine mese, sono preoccupata per mia figlia che vive di lavoretti, sono terrorizzata dal disastro ambientale, la guerra mi fa paura e vorrei non vedere i miei quattrini spesi in armi perché la guerra che questo Paese deve combattere è quella dei servizi dignitosi per i cittadini, per un futuro dove l’ambiente sia al primo posto insieme alle politiche sociali. Scusa Enry, ma fotte una beata pippa di tutto quello di cui mi stai parlando, perché il Pd è partito di governo da decenni e non è mai venuto ad aprire la sede di quartiere per chiederci come stiamo, chi siamo, quali sono i nostri bisogni. Quindi, Enry, non avrai il mio voto perché tu non hai nulla a che fare con me e con il mio quartiere di cui ti disinteressi totalmente.

Il Pd ha scelto i padroni, i ricchi, i sinistrozzi borghesi del lardo di Colonnata e di Capalbio di dalemiana memoria. Sai una cosa Enry? Io non mi merito una destra meloniana, la destra vincerà le elezioni e sarà colpa del Pd, non di noi elettori, non degli astensionisti, non della casalinga di Voghera che dice e pensa cose scontate e popolari, che guarda il proprio ombelico perché alzare la testa è ormai impossibile perché la fatica del vivere quotidiano è tanta e troppa. Finito con il disastro tornerai a mettere le tue nobili chiappe sullo scranno del docente a Parigi, mentre io rimarrò qui, nel mio quartiere, a sfangarla come meglio posso, governata dalla destra.

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