La Russia non ha concesso ai rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa l’accesso alla prigione di Olenivka, nel Donetsk, dove sono rimasti uccisi oltre 50 prigionieri ucraini in un’ esplosione. “La nostra richiesta di poter incontrare i prigionieri di guerra a Olenivka non è stata accolta. Concedere l’accesso alla Croce Rossa è un obbligo previsto dalla Convenzione di Ginevra“, denuncia l’organizzazione internazionale su Twitter, precisando che continuerà a chiedere ai russi di poter visitare il centro di detenzione teatro dell’esplosione avvenuta nella notte del 29 luglio. Rimpallo di responsabilità fra Russia e Ucraina per il disastro di Olenivka con Mosca che accusa Kiev di aver bombardato la struttura per eliminare i possibili testimoni dei loro crimini, ovvero i membri del battaglione Azov detenuti nella struttura, mentre l’Ucraina accusa la Russia di aver colpito il carcere per coprire le prove delle violazioni gravi dei diritti umani dalle forze russe nei confronti dei prigionieri ucraini. I russi dicono di aver “ufficialmente invitato” gli esperti dell’Onu e della Croce Rossa a visitare il carcere di Olenivka. “Il ministero della Difesa russo dice che consentirà agli esperti dell’Onu e del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) di accedere al luogo della morte dei prigionieri di guerra a Olenivka, nell’Oblast di Donetsk”, ha affermato il sito d’informazione Kyiv Independent. Di parere opposto, invece, le due organizzazioni internazionali che denunciano le resistenze da parte di Mosca.

Intanto, nuovi bombardamenti sulla città di Mykolaiv. Tra l’una e le sei del mattino di domenica le forze russe hanno bombardato la città meridionale ucraina, utilizzando anche bombe a grappolo. Una scuola è stata danneggiata e una casa privata è stata distrutta e sono in corso le operazioni di soccorso. Lo riporta il giornale online The Kyiv Independent citando il sindaco della città, Oleksandr Senkevych, che ha definito il bombardamento “il più forte di sempre“. Nel frattempo un drone armato ha attaccato la sede dello Stato maggiore della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, in Crimea, ferendo almeno cinque persone: lo rende noto il governatore della penisola annessa da Mosca nel 2014, Mikhail Razvoziaiev. “Questa mattina i nazionalisti ucraini hanno deciso di rovinare la giornata della flotta russa”, che si celebra oggi, ha scritto su Telegram, comunicando che i cinque feriti sono tutti impiegati della Marina.

Secondo l’agenzia statale russa Tass – che cita il servizio stampa del comando della flotta – il drone che ha attaccato la sede era di tipo artigianale, “fatto in casa”, e montava un ordigno esplosivo a bassa potenza, che è stato fatto esplodere all’interno del cortile dell’edificio. Le cinque persone ferite, scrive l’agenzia, sono state colpite da frantumi di vetro delle finestre. Si presume quindi che il drone fosse del tipo a rotori, modificato per uso bellico. Da parte ucraina però si nega ogni responsabilità: la notizia di un attacco “apparentemente ucraino” al quartier generale della flotta russa a Sebastopoli è “una vera e propria provocazione“, scrive su Telegram il capo dell’amministrazione regionale di Odessa, Serhiy Bratchuk. “La liberazione della nostra Crimea dagli occupanti avverrà in modo diverso e molto più efficace. Tutto a suo tempo. Resistenza e coraggio a tutti noi! Vittoria e pace!”.

L’export del grano riprende (forse) domani Domani dovrebbero partire le prime navi cariche di grano ucraino. Secondo i media turchi, la prima carovana sarà composta da 16 navi da carico. Raggiungeranno le acque territoriali turche il 3 agosto, e la navigazione sarà monitorata da droni. Inoltre, i rappresentanti dell’ Istanbul Joint Coordination Center, il centro di coordinamento aperto nella città turca al fine di garantire il passaggio sicuro delle navi, seguiranno il traffico marittimo utilizzando i satelliti. Ibrahim Kalin, il portavoce del presidente turco Erdogan ha affermato: “La prima nave con grano potrebbe lasciare il porto dell’Ucraina domani mattina”, e ha concluso “rimangono uno o due piccoli problemi” che se verranno risolti in serata si potrà salpare domani mattina.

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L’ANALISI – Nuove armi a Kiev ma quello che conta in guerra è ancora la conformazione geografica

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