L’indice Rt e l’incidenza dei casi di coronavirus scendono ancora, ma continuano comunque a salire i ricoverati nei reparti Covid italiani. È questo il quadro che emerge dall’ultimo report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sulla pandemia. Nel documento si legge infatti che l’indice di contagio medio calcolato sui casi sintomatici resta ancora sopra la soglia epidemica, ma passa dall’1,34 della settimana scorsa a 1,23. Stessa cosa vale per l’incidenza che scende sotto quota 1.000 casi per 100mila abitanti, passando da 1.158 a 977. Così come l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero che tocca quota 1, contro l’1,15 di 7 giorni fa.

Resta alta l’incidenza dei casi Covid nel periodo 15-21 luglio in 4 regioni: Abruzzo, Umbria, Marche e Veneto. Tutte e 4 le regioni, però, mostrano segni di raffreddamento. L’Abruzzo, che scende rispetto alla settimana precedente, si colloca a 1.421.3 casi ogni 100mila abitanti. Seguito dall’Umbria con 1.257,6, in calo rispetto a 7 giorni prima e dalle Marche con 1.235,6 ogni 100mila abitanti. Si aggiunge il Veneto con 1.167,9, anch’esso in flessione.

Numeri ai quali, però, non corrisponde un alleggerimento della pressione sulle strutture ospedaliere, con i posti letto occupati nei reparti Covid che continuano a crescere. È così nelle terapie intensive, dove il tasso di occupazione è salito dal 3,9% del 14 luglio al 4,1% di oggi. E lo stesso vale per gli altri reparti Covid, dove l’incremento è ancora più importante, dal 15,8% al 17,1%. Umbria, Calabria e Valle d’Aosta registrano il più alto numero di ricoveri nei reparti ordinari, per i quali in una settimana sono salite da 14 a 16 le regioni che hanno superato la soglia del 15%. Nessuna ha raggiunto la soglia del 10% dei ricoveri nelle terapie intensive, la Calabria si avvicina (9,5%), seguita da Liguria (6,2%) e Sicilia (6,0%). In una settimana sono passate da zero a 3 le regioni classificate a rischio basso. Quattro le Regioni/PPAA che riportano molteplici allerte di resilienza.

La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è invece stabile rispetto alla settimana precedente (11%). In lieve aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (40,5% contro 39%) e in lieve diminuzione quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% contro 50%).

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