Malasanità in Veneto, la Compagnia incassa, mentre a pagare sono le Ulss. Ma che bell’affare ha fatto la compagnia assicuratrice che nel 2019 ha vinto la gara della Regione Veneto per sostenere i risarcimenti ai pazienti e agli utenti. In tre anni ha pagato soltanto 27 volte, sborsando 306 mila euro, mentre ha incassato un premio annuo di 14 milioni e mezzo di euro lordi, pari a circa 43 milioni e mezzo. Nel frattempo le Ulss hanno risarcito pazienti e utenti spendendo soltanto nel 2021 la bellezza di 49 milioni di euro.

Ha tutta l’apparenza di uno scandalo degno di finire sotto la lente d’osservazione della Corte dei Conti, quello che emerge dalla relazione di parifica del bilancio della Regione Veneto da parte della Sezione di controllo di Venezia. La sproporzione è così grande a causa di una clausola che fissa a 750 mila euro la franchigia a favore della società assicuratrice. Sopra quella soglia paga i danni, al di sotto, invece, lo fanno le singole strutture sanitarie territoriali, che si sono così trovate sommerse di cause da sostenere e di soldi da sborsare. Il bello è che il contratto in scadenza è stato rinnovato ad aprile, riducendo il premio a poco meno di 11 milioni di euro annui, lasciando però la stessa franchigia.

“Il rischio da responsabilità civile verso terzi e operatori nello svolgimento di attività sanitaria istituzionale è stato coperto, negli anni 2019-2021 (con proroga fino al 30 aprile 2022), attraverso la stipula, con la compagnia Société Hospitaliere d’Assurances Mutuelles – SHAM, di una polizza che ha comportato il pagamento, da parte di Azienda Zero, di un premio annuo lordo di euro 14.489.070,00”. Così scrive Ugo Montella, procuratore regionale della Corte dei Conti di Venezia. Sottolinea come il soggetto contraente del contratto assicurativo sia Azienda Zero, il braccio operativo della giunta regionale che si occupa di appalti, acquisti di beni e servizi. È stata Azienda Zero a firmare la stipula in nome proprio, nonché nell’interesse e per conto delle altre Aziende sanitarie del Veneto, assumendosi l’onere del pagamento del premio complessivo di polizza.

Eccoci al punto dolens. “La Polizza prevede un massimale per sinistro di 10 milioni di euro, un massimale annuo per azienda pari a euro 30 milioni, un massimale annuo complessivo di euro 60 milioni ed una franchigia per sinistro di euro 750.000. Ciò significa che rimane a carico di ciascuna Azienda sanitaria la quota di danno pari a euro 750.000 per ogni sinistro e senza limite di aggregato annuo”. Inoltre, la società Sham provvede, per ogni sinistro, al pagamento del risarcimento a favore del danneggiato o degli aventi diritto solo per risarcimenti superiori a quell’importo e per la quota eccedente.

Il procuratore spiega: “Dai dati complessivi forniti dalla Compagnia assicurativa alla data del 20 febbraio 2022 emerge che, su un totale di 421 sinistri aperti e collegati alla polizza, nel triennio 2019-2021, la Compagnia ha effettuato pagamenti pari a euro 306.092,46, a fronte di 27 sinistri liquidati. Dai dati forniti dalla Regione si rileva altresì che nel solo anno 2021 sono stati pagati, con fondi a carico delle singole Aziende, risarcimenti danni per un totale complessivo di euro 49.690.016,12. I dati parlano da soli”. Ciò che il procuratore aggiunge sembra un avviso di apertura indagine. “Le Aziende sanitarie hanno pagato oltre 49 milioni di euro di risarcimenti danni nell’anno 2021. Al contempo dal 2019, hanno speso oltre 14 milioni l’anno per avere una copertura assicurativa che ha garantito solo 309.000 euro nel triennio. La diseconomicità dell’accordo raggiunto da Azienda Zero ai fini della copertura assicurativa del rischio degli Enti del SSR è evidente”. La franchigia elevata “trasferisce praticamente l’onere derivante dalla stragrande maggioranza dei risarcimenti da parte della Regione (i risarcimenti che superano i 750 mila euro sono, per fortuna, pochi e riconducibili a fatti e lesioni gravissime) con conseguente vanificazione dello scopo stesso del contratto, assolutamente svantaggioso in ragione dell’ingente esborso annuo che lo stesso comporta a carico delle finanze regionali”. Ma si è perseverato nell’errore: “Tale schema è stato replicato anche per il triennio successivo; infatti la Regione ha dichiarato di aver sottoscritto una ulteriore polizza sempre con la SHAM, prevedente un premio annuo lordo di euro 10.997.610 e ancora la medesima franchigia di euro 750.000. Nonostante la riduzione del premio assicurativo, non sembra eliminato il macroscopico ed ingiustificato sbilanciamento in favore della compagnia assicurativa”. Conclusione: “In merito alla rilevata diseconomicità della polizza assicurativa e della relativa spesa, la Procura si riserva di effettuare i necessari approfondimenti”.

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