Buona la seconda per Nicola Fiorita, il leader del movimento “Cambiavento” e docente dell’Unical che ieri è stato eletto sindaco di Catanzaro. Buona la seconda perché ha vinto con il 58,24% al ballottaggio (al primo turno si era fermato al 31,71% dei consensi contro Valerio Donato del centrodestra che aveva rastrellato il 44,01%), ma anche perché cinque anni fa ci aveva provato da solo contro tutti, centrodestra e centrosinistra. Allora non c’era riuscito. Oggi le cose sono cambiate perché su “Cambiavento” e su Fiorita hanno fatto quadrato anche il Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle.

Come le elezioni di Verona, dove ha vinto l’ex centrocampista della Nazionale Damiano Tommasi, anche le amministrative di Catanzaro rappresentano il fallimento del centrodestra che, dopo aver governato per 18 anni il capoluogo di Regione, ha perso le elezioni perché si è presentato spaccato. Basti pensare che al primo turno i candidati del centrodestra erano tre: Fratelli d’Italia ha corso da solo con la deputata Wanda Ferro prendendo il 9,16%, Lega e Forza Italia appoggiavano il docente dell’università Magna Grecia Valerio Donato che il giorno prima aveva strappato la tessera del Pd, mentre un altro pezzo di centrodestra con alcuni fuoriusciti di Forza Italia e Noi con L’Italia di Lupi ha sostenuto il presidente dell’ordine degli avvocati Antonello Talerico che ha incassato il 13,12% dei voti. Consensi, questi ultimi, che in parte sono stati dirottati su Nicola Fiorita, segno che la spaccatura all’interno del centrodestra è profonda. I numeri parlano da soli: se il centrodestra fosse stato unito avrebbe vinto le elezioni.

Così non è stato e le urne hanno premiato un docente universitario, Fiorita appunto, che da anni si batte per dare a Catanzaro un’alternativa alla solita politica caratterizzata dal trasversalismo. È stato impossibile per il collega Valerio Donato scrollarsi tutte le contraddizioni che hanno caratterizzato la sua candidatura e la sua campagna elettorale. Iscritto al Pd e con un forte passato nella sinistra catanzarese, infatti, Donato ha strappato la tessera del partito di Letta dopo aver rifiutato di partecipare alle primarie. Si è candidato presentandosi come civico consentendo a Forza Italia e alla Lega di mettere il cappello sul suo nome inserendo tra i candidati a consigliere anche un ex esponente di Forza Nuova.

Dopo gli anni di opposizione all’ex sindaco Sergio Abramo, oggi è il tempo dei festeggiamenti per Fiorita. Domani, però, la sua maggioranza targata Pd e Cinque Stelle (che ha eletto un solo consigliere) dovrà fare i conti con quello che è stato definito uno scenario da “anatra zoppa”. Il neo sindaco, infatti, si ritrova con una maggioranza espressione della coalizione di Donato.

Sul fronte del centrosinistra, invece, in consiglio comunale la lista del movimento “Cambiavento” e quella “Mo’ Fiorita” hanno ottenuto più seggi di un Pd che da poco ha iniziato la fase di rinnovamento, e di un Movimento Cinque Stelle che non riesce neppure ad arrivare al 3%. Seppure in misura minore rispetto all’analisi sulla sconfitta del centrodestra, anche questo è un segnale che la città è stanca della politica e che, pur premiando il centrosinistra unito, ha voglia di ripartire lasciandosi alle spalle anni di inciuci e di trasversalismo finalizzato al mantenimento delle poltrone.

Tuttavia, il merito del Pd e dei Cinque Stelle è quello di aver puntato su Fiorita non commettendo, per la seconda volta, l’errore di cinque anni fa quando il partito di Letta ha sottovalutato il movimento “Cambiavento”. “Ce l’abbiamo fatta. Dopo quasi vent’anni il centrosinistra è tornato a vincere a Catanzaro”. Festeggia così il segretario regionale del Pd Nicola Irto: “Fiorita – dice – è il nuovo sindaco della città capoluogo della Calabria. Con la forza dell’impegno, delle idee e di un progetto politico vero, nel quale abbiamo sostenuto la candidatura di Fiorita. Andando, per la verità, in direzione ostinata e contraria”.

Irto rivendica il cambio di passo rispetto ai disastri che il suo partito ha lasciato a Catanzaro: “Abbiamo rotto vecchi schemi, portato avanti un significativo lavoro di mediazione, ma, soprattutto, scommesso sulla voglia di cambiamento dei catanzaresi. Un cambiamento vero, non di facciata. Adesso i tre maggiori capoluoghi di provincia calabresi (Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro) appartengono al centrosinistra. Fatti concreti che dimostrano che siamo sulla giusta rotta e che, se ci apriamo al territorio, se seguiamo la nostra vocazione popolare e autenticamente democratica ma non populista, se ci apriamo al civismo autentico come quello che abbiamo visto a Catanzaro, riusciamo a ottenere la fiducia dei cittadini”.

Il neo sindaco Fiorità lo definisce “un risultato straordinario”. “Per la prima volta, – sottolinea Fiorita a caldo – Catanzaro apre una pagina totalmente nuova di partecipazione popolare, di gioia e di speranza. È una grande responsabilità, sicuramente, per noi e per me, ma è un fatto straordinario potere servire la propria città, da sindaco, per il bene d tutta la comunità catanzarese. Il mio primo pensiero, da primo cittadino, è per i tanti abitanti che vogliono delle risposte. E le vogliono presto. È una grande responsabilità. Catanzaro ha il suo sindaco e i suoi consiglieri comunali. Adesso dovremo dare, tutti insieme, le risposte che la città si attende”.

Articolo Precedente

Comunali, la rabbia di Giorgia Meloni: “Il centrodestra poteva fare meglio. È ora di riflettere sul tempo speso in polemiche”

next
Articolo Successivo

Tommasi sindaco di Verona, festeggiamenti e primi bilanci di una scommessa che “ha aperto ai giovani, oltre gli steccati di appartenenza”

next