Mentre Damiano Tommasi continua a girare i quartieri di Verona e organizza (partecipandovi) un torneo di calcetto pre-elettorale, il centrodestra continua a girare a vuoto, anche se le sta provando tutte per mettere d’accordo Montecchi e Capuleti, alias Federico Sboarina e Flavio Tosi. Ci ha provato Matteo Salvini di buon mattino da Sesto San Giovanni: “Dividere il centrodestra ai ballottaggi è sbagliato, è un errore madornale. Il voto di domenica ci dice che il centrodestra unito vince”. Riferito a Verona: “Ho detto e stradetto cosa farei: l’accordo. Partendo da nessuna simpatia personale per Tosi, ma gli elettori hanno sempre ragione e se uno prende il 20 per cento vuol dire che ha buone idee”.

Tosi (con Forza Italia) ha proposto l’apparentamento a Sboarina, nella speranza di recuperare la distanza di oltre 7 punti percentuali dal centrosinistra, arrivato al 40 per cento al primo turno. Sboarina ha rifiutato. Ieri, per rispondere a distanza anche a Salvini, ha cercato di addossare a Tosi la responsabilità della mancata intesa. “Ho letto da qualche parte che io ‘avrei chiuso’. Io non ho chiuso a nessuno. Io ho parlato dei tecnicismi e dell’apparentamento, ma sono io che ho aperto ad un accordo che sia un accordo programmatico, perché i tecnicismi non vengono e non verrebbero capiti dai cittadini veronesi”.

In realtà quello che Sboarina chiama tecnicismo è previsto dalla legge elettorale nei comuni con oltre 15mila elettori e prevede accordi formali al secondo turno, con una nuova maggioranza e inserendo nella scheda i simboli dei nuovi partiti che appoggiano il candidato sindaco. Nonostante abbia detto di no a questa procedura, Sboarina insiste: “Il messaggio, dal mio punto di vista, è un messaggio positivo: con Forza Italia, sulla base di un accordo programmatico è un’apertura che io ho già dichiarato all’inizio. Anzi, con Forza Italia io mi sono sentito anche in questi giorni. Io, ma anche tanti della mia squadra, stiamo lavorando proprio per trovare un punto di equilibrio dal punto di vista dell’accordo politico, dell’accordo programmatico. Questa è la linea che abbiamo deciso, quella di basarci sui programmi”. Il sindaco uscente spiega anche il rapporto con i vertici di Fratelli d’Italia, partito del quale ha preso la tessera un anno fa. “Con Giorgia Meloni ci eravamo già sentiti. È chiaro che c’è stata un confronto rispetto al tema dell’apparentamento, dopodiché c’è stata la scelta che ho fatto e che stiamo portando avanti”.

Nel frattempo è stata rilanciata da RaiNews24 una dichiarazione di Tosi: “Il 26 giugno non andrò a votare per Tommasi, non per la persona, ma perché non ha la capacità amministrativa che serve. Immagino che andrò a votare Sboarina, ma prima mi confronterò con Forza Italia per decidere quale linea tenere e cosa dire al nostro elettorato”. L’ex sindaco (dal 2007 al 2017) ha aggiunto: “Tommasi parte dal 40 per cento e sulle ali dell’entusiasmo se lo ritrova tutto a votare al secondo turno. Al ballottaggio l’affluenza cala, per questo o ci si allea organicamente con tutto il centrodestra per avere anche dalla nostra parte lo stesso entusiasmo, oppure la possibilità di perdere è altissima”. La palla è così tornata a Sboarina, che ha risposto: “Ringrazio Tosi se ha fatto questa dichiarazione, ma sarebbe difficile comprendere il contrario. Siamo la stessa area culturale, abbiamo un percorso fatto di valori, di sicurezza, di tantissime cose. Quindi auspico che questo sia il moto che da questi giorni fino a domenica possa crescere sempre di più”.

A Tosi, però, non bastano le parole. Per questo non cambia la linea e risponde a muso duro al tentativo di Sboarina di ottenere un endorsement. “Accetteremo solo l’apparentamento ufficiale, l’unico previsto dalla normativa sui ballottaggi, alla luce del sole. Apparentamento che farebbe eleggere in Consiglio Comunale i nostri uomini e le nostre donne di centrodestra più votati e più votate (quindi scelti e scelte dal popolo). Accordicchi di palazzo e ‘careghe’ non ci interessano”. Chiede pari dignità: “Non ci interessa essere trattati come alleati di serie B, come vorrebbe Sboarina che cerca i voti dei nostri elettori ma non vuole che quegli stessi elettori siano rappresentati da chi hanno votato al primo turno. Una logica anti-democratica! E irrispettosa: un po’ come se ti invitassero a cena e mentre gli amici mangiano in salotto, tu sei seduto nel guardaroba”.

La situazione nel centrodestra veronese è talmente complicata che da Roma ha provato a sbrogliarla la stessa Giorgia Meloni, garantendo a Tosi quella dignità di trattamento tanto invocata: “Federico Sboarina a Verona e Valerio Donato a Catanzaro potranno dunque contare sul sostegno dell’intero centrodestra – ha scritto Meloni in una nota – al di là delle formule tecniche di una condivisione che rimane sostanziale. In particolare a Verona, seppur in assenza di un apparentamento tecnico, Fratelli d’Italia si fa garante da subito della piena condivisione del progetto con Flavio Tosi, per dare al capoluogo scaligero un programma e una squadra di centrodestra vincenti”. Ma la risposta del terzo più votato al primo turno non è stata forse quella attesa dalla leader di FdI: “Leggo con meraviglia la nota di Giorgia Meloni, la quale interpreta a suo modo una mia dichiarazione, alludendo ad un accordo raggiunto con Fdi a Verona in vista del ballottaggio, accordo che non c’è proprio a causa delle scelte di Federico Sboarina, il quale dimostra finora di non avere a cuore l’unità, né tantomeno la vittoria del centrodestra”.

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Verona, Sboarina e Tosi restano divisi e il centrodestra non esce dallo stallo: niente apparentamenti al ballottaggio del 26 giugno

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