Due grandi defezioni e due attesi rientri in scena per la seconda giornata del Giubileo di Platino della Corona inglese.
Questa mattina, la funzione presso la cattedrale di St Paul ha visto l’annunciata assenza di Elisabetta II, provata dall’intensa giornata inaugurale nella quale si è spesa fino a sera, con la cerimonia di accensione delle fiaccole. Assente, causa Covid, anche il reietto Duca di York, Andrea. Contagio preso con molta ironia e tanta perplessità sui social che nulla perdonano e dove hanno trovato voce numerose insinuazioni e parecchio scetticismo sulla tempestività del suo malessere.

Ma per due assenze, ci sono stati due grandi ritorni.
Alle 11.05, accolti da applausi e qualche “buu”, sono arrivati Harry e Meghan, mano nella mano e sorridenti. Lei, con un abito crema, lui abbronzato e premuroso. L’arrivo dei due è stato preceduto da quello delle cugine Beatrice ed Eugenie con i mariti, tutti molto vicini alla coppia e seduti accanto a loro sul lato sinistro della cattedrale. In seconda fila, ma sempre in famiglia, i due hanno aspettato insieme a tutti gli altri l’arrivo dei veri protagonisti. Esattamente 10 minuti dopo, i futuri sovrani hanno fatto il loro ingresso in chiesa. Prima, William e Kate, applauditi ed acclamati dalla folla, poi Carlo e Camilla. Impossibile non notare l’abito limone della Middleton, da sempre messa in competizione con Meghan e l’aria seria della coppia risultata ancora più corrucciata se messa a confronto con l’atteggiamento scanzonato di Harry ed i sorrisi di Meghan.
Assenti i bambini, ieri grandi protagonisti del balcone reale con un piccolo Louis davvero scatenato.

In chiesa, come nella tradizione reale dei grandi eventi si mescolano nobili e gente comune. 400 invitati accuratamente selezionati sono stai scelti tra i lavoratori di settori importanti che si sono distinti durante la pandemia, dai membri del servizio sanitario nazionale (NHS), delle forze armate, ai volontari di associazioni benefiche; tutti chiamati per ricevere il ringraziamento ufficiale della Corona per il contributo proferito alla comunità. A celebrare la messa di Thanksgiving, Stephen Cottrell, l’Arcivescovo di York chiamato in sostituzione di quello di Canterbury, anche lui affetto da Covid ed il Vescovo di Londra, Dame Sarah Mullally. Tra gli ospiti, anche i Primi Ministri della storia recente, da Tony Blair a John Mayor, David Cameron e Theresa May. Boris Johnson è arrivato tra qualche fischio della folla, mano nella mano con l’ultima moglie, Carrie Symons. Il 14esimo Primo Ministro conosciuto dalla regina, ha letto un passaggio del Vangelo mentre da Mosca, la tv pubblica dal canale Rossiya-1 faceva sapere che tutti i soldi che la Gran Bretagna sta spendendo e spandendo per questo “opulento evento” servono solo a coprire gli scandali dei festini di Downing Street, durante il lockdown, sui quali Johnson sta rischiando la poltrona. Secondo il commentatore russo, il Giubileo non basterà a proteggere il tracollo finanziario che colpirà il paese, soprattutto a causa del taglio dei rapporti con la Russia. “Il regno di Elisabetta II ha visto il collasso finale dell’impero Britannico”, le parole spese durante un servizio andato in onda a commento della giornata inaugurale di giovedì.

Triste per aver perso questa celebrazione, così confermano le voci di palazzo, la regina ha seguito la funzione da Windsor. Lì è rientrata ieri dopo aver salutato i 70 ospiti ammessi a Buckingham Palace e aver pranzato con i membri della famiglia.
Alle 21 era ancora in piedi per raggiungere la sfera che rappresentava il mondo che, al suo tocco, ha acceso luci da Windsor fino alle Fiji, attraversando tutto il regno ed il Commonwealth. Oggi, un altro viaggio di un’ora, dalla sua nuova residenza alle porte di Londra alla cattedrale, sarebbero stati troppo faticosi per una regnante di 96 anni che, simbolicamente, sta approfittando di questo evento, unico nella storia, per assistere e preparare il suo passaggio del testimone. L’obiettivo di questo Giubileo è quello di sovrintendere ai lavori per la successione, curando ogni dettaglio e superando i problemi interni alla famiglia e le resistenze nel suo popolo, diviso tra l’affetto per lei e l’opportunità di continuare ad averla, una monarchia.

Accogliere Harry e Meghan e dare segnali di distensione sono il cruccio di Elisabetta II. I due ribelli ieri hanno solo fatto capolino dietro alle finestre del Major General Office durante il Trooping the Colour e non hanno generato problemi. Come da accordi. In giornata hanno anche avuto la possibilità di presentare alla regina l’ultima arrivata in famiglia, quella Lilibet che porta il suo soprannome usato quando era bambina. Oggi, per loro, non è stato necessario creare astute occasioni per avere visibilità come ieri quando facevano provvidamente capolino dietro alle finestre della House of Guards. Oggi la scena è stata tutta per loro e se la sono divisa con i grandi rivali William e Kate.

Una guerra a colpi di scatti e social che arriva dopo le tensioni di due anni fa e dopo l’ultima presenza ufficiale alla cerimonia dedicata al Commonwealth che si era tenuta nella cattedrale a Marzo del 2020 e che aveva di poco preceduto l’annuncio di andarsene da Londra e dare forfait alla Corona. E dopo la funzione funebre per il nonno Filippo, dove qualcuno aveva cercato di intravvedere dei tentativi di riconciliazione. Vani. Alle 12.30 la campana da 16 tonnellate di St Paul ha salutato la fine della funzione suonando per quattro ore. Gli invitati al pranzo (a buffet) organizzato dal Lord Mayor della città di Londra si sono raccolti nella Guidhall arrivando alla spicciolata. Elisabetta ha sempre amato queste occasioni dove poter incontrare tante persone insieme al marito Filippo, noto per le gaffe e la grande ironia con cui condiva ogni evento pubblico e privato. Oggi mancavano entrambi.
Ma, come si sa, lo spettacolo deve continuare.

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