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Amber Heard non può pagare il risarcimento di 8,35 milioni a Johnny Depp. Ecco perché e cosa può fare l’attrice

Che cosa accade adesso? Non è facile che Johnny Deep possa tornare al più presto nell’Olimpo del cinema. Il processo ha lasciato impressioni non lusinghiere anche su di lui. Anche se i fan fanno ora un tifo sfegatato. Lo vogliono prestissimo sul set. Ancora una volta nella saga dei Pirati. 
Ma chi ora se la vede male è Amber

di Simona Griggio

Radiografia di un processo. Del processo mediatico dell’anno. Johnny Deep ha vinto, l’ex moglie Amber Heard è stata condannata a un cospicuo risarcimento. Era nell’aria. Man mano che le udienze sono andate avanti, le accuse di Amber sono apparse sempre più inattendibili. Mentre la difesa di “Sparrow” è risultata genuina e sincera Amber ha perso ed è nei guai. Ha un debito di 8,35 milioni di dollari da pagare. E gli esperti di cinema dicono che lei ora è “icky”: disgustosa: “Hollywood non la perdonerà”. Ma perché i sette giurati hanno deciso così? E quali sono le conseguenze della loro sentenza? Analizziamo passo passo.

Il verdetto. Chi ha seguito in diretta la lettura, si è forse stupito del meccanismo di decisione, apparentemente complesso. In realtà i giurati sono stati incaricati di rispondere a una “tempesta” di domande sui vari episodi denunciati da Deep. Potevano rispondere a ognuna con un sì o con un no. È stata una valanga di sì. Hanno ritenuto che la testimonianza di Amber sulle sue vicende matrimoniali fosse falsa. E che la donna abbia agito con “actual malice”, tradotto “dolo effettivo”, quando in passato ha accusato l’ex consorte. Che cosa è il dolo effettivo? Analizziamo questa espressione. Partendo da un presupposto: la Costituzione americana concede alla libertà di parola un ruolo straordinariamente importante. Scritta da illuministi liberi dal giogo della monarchia inglese, ritiene che tutti possano esprimersi liberamente. Ovviamente ci sono dei limiti.

La diffamazione. Sui personaggi pubblici (non sui privati cittadini) si può dire o scrivere praticamente qualsiasi cosa senza troppi timori. Il fatto che siano pubblici li mette nella condizione di dover accettare praticamente ogni genere di critica. O quasi. A meno che non entri appunto in gioco questa espressione. La “actual malice”. Ovvero: mentire sapendo di farlo e con l’intento di recare un danno al bersaglio delle insinuazioni. Di fatto, è l’unica situazione che è riconosciuta come limite invalicabile. Lo ha stabilito la Corte suprema nel 1964, ispirata da una sentenza del 1908. Protegge la libertà di espressione a meno che non ci sia dolo effettivo”. E’ diffamazione se c’è “la consapevolezza che la dichiarazione fosse falsa”.

Il processo TikTok. È una definizione della Bbc. Nella strategia di Deep è entrato prepotentemente l’uso di video brevissimi, tipici del social preferito dai giovanissimi. Elementari, subito virali. Gli abusi subiti da bambino. Le contraddizioni della Heard. Persino momenti buffi. Il portiere della coppia si è collegato a distanza, dalla sua auto, invadendo l’abitacolo con il vapore di una sigaretta elettronica. Era molto nervoso. La giudice strabuzzava gli occhi. Ma Deep lo ha pubblicato lo stesso. Perché? Così è arrivata una testimonianza importante a centinaia di migliaia di follower: “Non vidi ferite sul volto di Amber”. Proprio in una circostanza nella quale la Heard aveva detto di esser stata picchiata dal marito. I social sono stati una giuria supplementare.

Attimi imbarazzanti. Per Amber sono state catastrofici alcuni passaggi del processo. Il racconto della “popò” umana lasciata sul letto e trovata da Deep ha inorridito la platea. Poi è arrivata un’altra ammissione devastante: i 7 milioni di dollari del primo risarcimento ricevuto da Deep da lei promessi a enti benefici non sono mai stati versati. Negli Usa con queste cose non si scherza. Si annunciano atti caritatevoli per farsi pubblicità senza far seguire i fatti. Quando Amber ha capito che le cose si mettevano male, ha licenziato i suo addetti alla comunicazione. Troppo tardi. I danni erano ormai fatti. Lasciando una serie di sensazioni sgradevoli nei giurati.

Il futuro dei due. Che cosa accade adesso? Non è facile che Johnny Deep possa tornare al più presto nell’Olimpo del cinema. Il processo ha lasciato impressioni non lusinghiere anche su di lui. Anche se i fan fanno ora un tifo sfegatato. Lo vogliono prestissimo sul set. Ancora una volta nella saga dei Pirati. 
Ma chi ora se la vede male è Amber. La condanna del tribunale di Fairfax, Virginia, la lascia con un debito di 8,35 milioni di dollari da versare all’ex marito. La sua carriera appare definitivamente compromessa. La stampa popolare la bolla con un aggettivo forte: icky, disgustosa. Racconta il Daily Mail che per gli esperti “Hollywood non la perdonerà e non c’è modo di tornare indietro”. La petizione online che chiede la sua cancellazione dal film Aquaman 2 ha raccolto 4,5 milioni di firme. Le sue finanze, lo ha ammesso durante il processo, sono in rosso. L’ondata di simpatia ricevuta da Deep potrebbe indurre l’intero jet set a evitarla per solidarietà.

Come pagare i debiti? Amber potrebbe trovarsi costretta a vendere i suoi beni. C’è una casa- rifugio nella Yucca Valley. Valore stimato: 570 mila dollari. Poi la Range Rover ottenuta dal divorzio con Depp. Troppo poco per un conto enorme da saldare in 30 anni.

Esiste una scappatoia? Spiega l’avvocata Sandra Spurgeon dello Spurgeon Law Group a Lexington, nel Kentucky, che Depp potrebbe rinunciare o negoziare un importo minore, soddisfatto dalla reputazione riguadagnata. Tecnicamente Amber potrebbe appellare la sentenza sui danni e sembra probabile che lo farà. Ma intanto, per la legge americana, dovrà iniziare a pagare. Potrebbe allora dichiarare bancarotta: “Quei soldi non li ho”. Ma anche, come spiega la collaboratrice legale di Cbs News Jessica Levinson, vedersi pignorare i futuri guadagni, i suoi cachet. Ammesso che Hollywood la faccia ancora lavorare.

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