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“Il prosecco dove ha fatto il bagno Gué Pequeno usato per fare distillati”. Scoppia la polemica: “Aromatizzati alle parti intime?”

La notizia che i 400 litri di vino usati per il bagno del rapper e di un amico youtuber sono stati riutilizzati ha scatenato la polemica politica: la vicenda è finita anche in discussione durante l'ultimo Consiglio regionale del Veneto

di Simona Griggio

Bollicine? Se il rapper ci fa il bagno dentro diventano ancora più buone, effervescenti, pirotecniche. Perché oggi non si butta via niente, nel pieno rispetto della sostenibilità e del riciclo. Vietato sprecare. Anzi. Le bollicine si riutilizzano per farne distillati. Un morbido grappino, un inebriante liquorino. Ecco come è andata. Tempo fa il rapper milanese Gué Pequeno e lo youtuber Sinnaggaghiri si sono immersi in una vasca piena di prosecco. E hanno postato il video su YouTube. Che ne è stato di quei 400 litri di nettare di Bacco rimescolati dai getti dell’idromassaggio? L’azienda veneta produttrice li ha riutilizzati.

E quell’esperienza sensoriale unica, accompagnata da frasi del tipo “stiamo respirando vapori di prosecco”, oppure, quando la temperatura si è alzata, “sto cominciando a sudare prosecco”, ora si può gustare in un bicchierino da “chupito” del dopo cena. Apriti cielo. Sono subito partite le polemiche. Contro lo spreco di una produzione pregiata o contro il suo riutilizzo. Gettare via le sacre bollicine è un’offesa: non solo enologica, ma anche culturale. Perché tutti, ed è comprensibile che lo abbiano fatto, pensavano che il prezioso contenuto di quel vascone sarebbe stato buttato. Invece no.

Come lo si è scoperto? La polemica ha raggiunto anche i templi della politica. Facendo tuonare un consigliere regionale, Andrea Zannoni. Furioso, appunto, per lo spreco alimentare. Invece nell’ultima seduta del Consiglio il colpo di scena. Avviene quando l’assessore Elena Donazzan legge un foglio. E’ la risposta che gli uffici avevano preparato di fronte all’incalzare del consigliere regionale dem. Ma quando la Donazzan inizia a leggere in testo, una smorfia di disgusto le si dipinge sul viso. Poi, mentre il microfono è ancora acceso, esclama: “Spero proprio che non sia arrivato sul mio tavolo”. A quel punto tutti iniziano a interrogarsi. Che cosa ci sarà mai scritto sul documento per provocare una reazione così schifata? Che quel vino non è mai stato buttato via. E’ stato invece riutilizzato. In che modo? Per farne distillati.

Così “Il Gazzettino” rivela: è stata un’operazione di marketing dell’azienda “Il Colle”. L’ha organizzata una ditta. Che ha chiarito: si è trattato di un’operazione di marketing condotta in autonomia dalla ditta proponente, che ha dichiarato di aver utilizzato del vino che proveniva dagli “sfridi” (i residui non direttamente utilizzabili) della lavorazione. Poi tutto è stato recuperato per la lavorazione di altri prodotti. Distillati, in particolare. Un passo indietro. Le prime polemiche erano partite dopo la foto che ritraeva il rapper che debuttò con il Club Dogo era arrivato nel paese di San Pietro di Feletto. Sul suo profilo Instagram da due milioni di follower aveva pubblicato quella foto: a bagno in vasca ricolma di prosecco.

L’immagine aveva scatenato l’indignazione del consigliere Pd. Il consigliere del Pd Zanoni aveva presentato una interrogazione al della Regione. L’aveva presa davvero male: “Una mancanza di rispetto nei confronti di chi lavora, soprattutto uno spreco alimentare inaccettabile e uno sfregio al sito Unesco Colline del Prosecco”. Riassunto della sua posizione? “Un’oscenità”. Un attacco, nero su bianco, condito anche da considerazioni economiche: “Alle aziende vitivinicole vengono destinati ingenti fondi pubblici regionali per la produzione del vino, soldi dei cittadini”. Ha chiesto al presidente Zaia di valutare se “revocare i fondi pubblici regionali all’azienda”.

Dopo la risposta è rimasto ancor più allibito di prima: “La giunta giustifica l’episodio derubricandolo a marketing. Ma c’è una grave omissione di controllo sanitario”. L’interrogativo sui distillati da parte del consigliere si riassume così: “Aromatizzati alle parti intime?”. Una fragranza innovativa. In attesa di nuovi capitoli di questa polemica al limite dell’assurdo, va comunque registrata un’ottima performance. Il Prosecco continua a volare in termini di vendite in tutto il mondo. Dall’autunno 2020 si è aggiunta anche una variante, il Doc Rosé, che ha fatto sfracelli sui mercati di Germania, Stati Uniti ed Emirati. Speriamo che i due artisti non aderiscano al movimento “No wash”, la tendenza diffusa la scorsa estate fra le star degli States: lavarsi il meno possibile. La giustificazione? Risparmiare acqua e non inquinare l’ambiente con i detergenti. E figuriamoci se non bisogna risparmiare il Prosecco.

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