Si allarga ancora l’inchiesta sull’assalto alla sede della Cgil, avvenuto il 9 ottobre scorso, durante una manifestazione contro il Green Pass. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha disposto, su richiesta della procura, 5 misure cautelari. Il carcere è stato disposto per il leader dei No Vax Nicola Franzoni, gravitante anche nell’area dell’estrema destra. È accusato di devastazione, saccheggio aggravato, istigazione a disobbedire alle leggi e violazione del divieto di ritorno nel Comune di Roma.

Le indagini della Digos, che avevano finora portato a indagare su 25 persone, hanno permesso, attraverso la visione dei filmati raccolti in diversi ambiti, di “cristallizzare inconfutabili indizi di colpevolezza”. Per gli altri quattro indagati è stato disposto l’obbligo di dimora presso il comune di appartenenza. Tra loro c’è Claudio Toia, uno dei leader storici della curva della Juventus e capo del gruppo ultras ‘Antichi Valori’ e fratello di Umberto, condannato in primo grado a 1 anno e 6 mesi nell’inchiesta Last Banner. Toia ha già sulle spalle un altro obbligo di firma per un Daspo relativo agli scontri scoppiati nell’ultimo derby contro il Torino. Gli altri obblighi di dimora riguardano Alessandro Brugnoli, militante di Forza Nuova, Mirko Passerini ed Emiliano Esperto.

Nell’ordinanza vengono riportate le parole di Franzoni in piazza del Popolo, da dove si staccò il corteo che poi diede l’assalto al sindacato: “Siamo a Roma e l’abbiamo presa, la piazza deve seguire Giuliano Castellino, l’obiettivo lo capirete”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Franzoni ha avuto un ruolo primario nei disordini avvenuti anche nella zona del centro storico della Capitale, al pari di Roberto Fiore e Castellino, leader di Forza Nuova e già sotto processo per questa vicenda. Agli atti dell’indagine c’è una registrazione in cui Franzoni afferma: “Quando si stabilisce la strategia di andare a occupare la Cgil la stabiliamo noi e si va a occupare la Cgil”. Per gli inquirenti, Franzoni, che appare sempre scortato da diverse persone, ha un ruolo di leader nei disordini.

A incastrare i nuovi indagati sono ancora una volta gli audio e i video acquisiti dalla Digos durante la manifestazione. Contro Franzoni poi ci sono una serie di post pubblicati sui social nei giorni successivi all’assalto. ”Con Castellino abbiamo fatto tremare l’Italia”, il 12 ottobre ha pubblicato su Facebook una foto di lui in un furgone scrivendo ”questo è il modo con cui grazie a Castellino sono entrato di nascosto a Roma”. Franzoni è stato poi promotore della manifestazione dello scorso 14 febbraio a piazza Venezia, a Roma, violando per l’ennesima volta il divieto di ingresso nella Capitale. Tutti motivi che hanno spinto i pubblici ministeri a chiedere la misura cautelare più grave per lui.

Dopo i fermi disposti nelle ore successive all’assalto alla sede romana del sindacato che coinvolsero Fiore, il leader nazionale di Forza Nuova, Castellino, il capo romano del movimento, la militante Pamela Testa, l’ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari Luigi Aronica e Salvatore Lubrano, oltre al leader di Io Apro Biagio Passaro, la cui misura detentiva venne poi revocata, l’inchiesta si era già espansa ulteriormente. Erano state coinvolte altre figure legate a Forza Nuova e ad ambienti ultras, compreso Luca Castellini, tra i capi della curva dell’Hellas Verona. In un’ulteriore operazione era invece stato disposto l’arresto di Massimiliano Ursino, leader palermitano del movimento di estrema destra.

Alcune delle persone coinvolte sono già a processo con rito abbreviato e per loro la procura ha già chiesto la condanna: la la pm Gianfederica Dito ha chiesto 8 anni di carcere per Fabio Corradetti, figlio della compagna di Castellino, e altrettanti per Ursino, Roberto Borra e Massimiliano Petri, 6 anni e sei mesi è invece la richiesta di pena per Francesco Bellavista e Federico Trocino. I leader Fiore e Castellino invece saranno giudicati con rito ordinario.

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