Televisione

Studio Battaglia, la fiction di Rai 1 chiude con 4,2 milioni di spettatori: “La seconda stagione è nei piani”

Il finale apertissimo - con Anna indecisa se lasciare il marito e lanciarsi in una nuova vita con Munari, mentre l’ex marito di Marina viene colpito da un infarto facendo ricompattare tutta la famiglia Battaglia nonostante le tensioni per il possibile fallimento dello studio – getta solide basi per la seconda stagione

di Francesco Canino

“La seconda stagione di Studio Battaglia? È sul tavolo della produzione“. A rivelarlo è Lunetta Savino, coprotagonista della serie di Rai1 che si è conclusa ieri sera con buoni ascolti anche se nettamente inferiori a quanto avrebbe meritato. Partiamo dalle fredde cifre: le quattro puntate hanno sempre viaggiato sopra i 4 milioni, chiudendo a 4,2 milioni di spettatori con il 19,7 di share, numeri ottimi considerando la serata affollata. Anche se avrebbe potuto fare molto di più. Sia per il cast di primo livello, sia per la qualità della scrittura della fiction, remake italiano della serie The Split, distribuita da BBC Studios.

Al centro del racconto, un legal dramedy (genere molto poco frequentato dalla serialità italiana) ambientato a Milano, c’erano quattro donne: Marina Battaglia – una Lunetta Savino inedita, un po’ Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada, feroce e anche ironica -, temutissima avvocatessa a capo dello studio legale di famiglia, e le tre figlie Anna (Barbora Bobulova), che molla tutto per andare a lavorare nello studio concorrente, Nina (Miriam Dalmazio, molto cresciuta dal punto di vista della recitazione rispetto agli esordi in Che Dio ci aiuti) e Viola (Marina Occhionero), la piccola e anticonformista di casa. Tra una causa e l’altra, spuntano l’ex marito di Marina, interpretato da Massimo Ghini, e il fascinoso avvocato Munari (Giorgio Marchesi), che mettere in crisi il matrimonio di Nina. Livello del cast alto, si diceva, con una chicca inaspettata: una strepitosa Carla Signoris che esce dai suoi soliti registri e tira fuori un’anima drammatica intensa e convincente. Brava. Il tutto sostenuto dall’ottima scrittura della sceneggiatrice Lisa Nur Sultan, da dialoghi sensati (finalmente, basta i botta e risposta astrusi) e ancorati alla realtà.

La famiglia è raccontata in tutta la sua complessiva, le sue contraddizioni – non è quella del Mulino Bianco, anzi – e con uno sguardo contemporaneo al diritto italiano che regola temi come le unioni civili, famiglie omogenitoriali, ma anche eredità digitale e tutela dell’immagine. E il finale apertissimo – con Anna indecisa se lasciare il marito e lanciarsi in una nuova vita con Munari, mentre l’ex marito di Marina viene colpito da un infarto facendo ricompattare tutta la famiglia Battaglia nonostante le tensioni per il possibile fallimento dello studio – getta solide basi per la seconda stagione. Che per ora Rai Fiction e il produttore Carlo Degli Esposti, della Palomar, non hanno confermato mentre le protagoniste della serie sì, anche se a mezza bocca. “La seconda stagione? Non sono io a poterla confermare, ma ovviamente ci speriamo“, ha detto a FanPage Barbora Bobulova. E se per Miriam Dalmazio “ci sono tutti gli elementi per tornare“, la Savino non solo ammette che è «sul tavolo della produzione, è nei piani» ma che già spera di potersi divertire anche con il suo personaggio.

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