Prima la sconfitta di cinque anni fa, con il centrodestra che ha conquistato la ex Stalingrado d’Italia dopo più di settant’anni. Ora a Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano, per il Pd è arrivato il momento di perdere pure le primarie per la scelta di chi a giugno sfiderà l’uscente Roberto Di Stefano, ex Forza Italia due anni fa migrato nella Lega. Michele Foggetta, segretario locale di Sinistra Italiana con un’esperienza passata in consiglio comunale a Sesto, ha battuto il candidato civico sostenuto da Pd e Articolo 1, Alberto Bruno, un dirigente della Protezione civile regionale: 638 voti a 611 è l’esito uscito dalle urne di domenica. Terzo posto con 396 preferenze per Mari Pagani, consigliera comunale ex Pd, oggi iscritta nel gruppo misto.

Sul risultato ha avuto effetto anche la campagna elettorale più insistente di Foggetta rispetto a quella degli sfidanti. Ma resta la beffa per il Pd: “Non abbiamo dubbi: sosteniamo e voteremo Alberto Bruno, competente e che può portare molto alla nostra città”, avevano detto dal partito. Bassa l’affluenza, nonostante potessero votare anche persone che lavorano o studiano a Sesto ma non sono residenti: i votanti sono stati appena 1.653, meno dei 1.671 che nel 2017 scelsero Monica Chittò, scelta alle primarie col 61 per cento delle preferenze e poi sconfitta al ballottaggio da Di Stefano.

“È stato un grande lavoro di squadra, ora serve il lavoro di tutti e di tutte per costruire la Sesto del futuro”, dice Foggetta, che tra le altre cose propone “un nuovo piano green” e “vere risposte all’emergenza abitativa”. Un programma che deriva da un percorso comune fatto nei mesi scorsi anche con il M5s, che però avrebbe preferito la scelta di un candidato condiviso, senza che il centrosinistra passasse dalle primarie: “Entro le prossime 24 ore faremo una riflessione interna per decidere se sosterremo Foggetta”, fa sapere il consigliere comunale pentastellato Daniele Tromboni.

Il 12 giugno si voterà in 128 comuni lombardi, un vero e proprio test per le regionali dell’anno prossimo. A Sesto Foggetta se la vedrà con Roberto Di Stefano, a lungo legato sentimentalmente con la pasionaria della Lega Silvia Sardone e capace cinque anni fa di strappare Sesto alla sinistra per la prima volta dal secondo dopoguerra. La sua giunta tre mesi fa ha fatto un blitz per aumentare lo stipendio di sindaco e assessori usando i soldi del Comune, in modo da avere subito in busta paga quanto il governo avrebbe coperto in tre step nel corso di un triennio. Decisione confermata pochi giorni fa dalla maggioranza di centrodestra che ha votato in consiglio contro una proposta del M5s per destinare quello stanziamento anziché agli stipendi della giunta, a disabili ed emergenza abitativa.

Sulla vittoria alle primarie interviene Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana: “Adesso tutte e tutti insieme restituiamo a Sesto San Giovanni una prospettiva di futuro dopo cinque anni di buio della destra”. Ma con Foggetta non ci sarà tutto il centrosinistra: Azione e Italia Viva non hanno partecipato alle primarie e sosterranno la corsa a sindaco di Massimiliano Rosignoli.

@gigi_gno

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