C’è anche il nome del proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, nella nuova lista degli oligarchi russi sanzionati dal Regno Unito. L’elenco comprende sette persone, tra cui anche il manager di Gazprom Alexei Miller, il banchiere Andrei Kostin, il presidente di Transneft Nikolai Tokarev e il “re dell’alluminio” Oleg Deripaska. Per tutti è stato disposto il congelamento dei conti e il divieto di spostarsi nel Paese. “Le sanzioni di oggi mostrano ancora una volta che gli oligarchi e i cleptocrati non hanno posto nella nostra economia o nella nostra società. Con i loro stretti legami con Putin, si rendono complici della sua aggressione”, dichiara in una nota Liz Truss, la segretaria agli Esteri del gabinetto di Boris Johnson.

All’inizio di marzo, per la verità, Abramovich sembrava aver preso le distanze dall’aggressione militare del presidente russo, annunciando di voler vendere il Chelsea – dopo aver già lasciato la presidenza del club – e donare il ricavato a una fondazione per le vittime della guerra e la ricostruzione dell’Ucraina. Abramovich aveva anche partecipato al primo round di negoziati tra Russia e Ucraina a Gomel, in Bielorussia, su invito del produttore cinematografico ucraino Alexander Rodnyansky: “È l’unico che abbia risposto e si sia reso disponibile a fare un tentativo”, aveva detto Rodnyansky. Per sfuggire alle sanzioni, il suo superyacht My Solaris – dal valore di 500 milioni di euro – ha lasciato mercoledì il porto di Barcellona.

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