Il Covid può provocare una serie di disturbi della salute mentale, come ansia, depressione o problemi del sonno, anche a distanza di settimane o mesi dalla diagnosi e perfino tra coloro che avevano avuto sintomatologie lievi. Questi risultati derivano da uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, condotto dagli scienziati del Veterans Affair St. Louis Health Care System, che hanno valutato alcune delle difficoltà associate al Long Covid. Una persona infettata dal Covid ha un rischio del 60% maggiore di avere un disturbo rispetto a chi non si è ammalato.

Il team, guidato da Ziyad Al-Aly, ha esaminato i rischi per la salute mentale nei pazienti Covid-19 analizzando le cartelle cliniche di quasi 154mila pazienti che tra marzo 2020 e gennaio 2021 avevano ricevuto una diagnosi positiva per SARS-CoV-2. I ricercatori hanno utilizzato metodi statistici sofisticati per confrontare i dati ottenuti con le informazioni relative a più di 11 milioni di individui che non avevano contratto il virus. Gli esperti hanno scoperto che il Long Covid può manifestarsi nella maggior parte dei sistemi di organi. Ponendo particolare attenzione ai disturbi di salute mentale, gli studiosi hanno valutato problemi come ansia, depressione, disturbi da stress, uso di oppioidi, disturbi da uso di sostanze e condizioni del sonno. Stando a quanto emerge dall’indagine, il rischio di sperimentare tali difficoltà era più elevato nei pazienti Covid-19, anche tra chi aveva avuto sintomi lievi e non era stato ospedalizzato.

Coloro che contraggono il coronavirus Sars Cov 2, riportano gli esperti, possono quindi sperimentare gravi problemi di salute mentale nelle settimane e nei mesi successivi alla fase acuta di infezione. “Non conosciamo la motivazione alla base dell’insorgenza di questi disturbi – riportano gli scienziati – potrebbero verificarsi cambiamenti biologici nel corpo che colpiscono il cervello oppure delle alterazioni di natura sociale, come l’isolamento o il trauma psicologico”. Per molte persone, l’infezione da Covid-19 provoca solo sintomi lievi o moderati, ma queste problematiche potrebbero costituire solo la ‘punta dell’iceberg’ delle conseguenze del virus. Collaborando con Yan Xie, epidemiologo presso il Veterans Affair St. Louis Health Care System, il gruppo di ricerca ha elaborato le statistiche sui tassi di insorgenza di diversi disturbi di salute mentale. “Tutti abbiamo vissuto delle difficoltà in relazione alla pandemia – commenta Al-Aly – ma ciò che le persone ricoverate hanno passato, tra paura, dolore, ansia e depressione, è stato sicuramente amplificato rispetto all’esperienza di molte persone”.

Stando ai risultati degli scienziati, coloro che avevano avuto Covid-19 mostravano un rischio maggiore del 60% di sperimentare un disturbo mentale di qualunque tipo rispetto al gruppo di controllo. Nello specifico, gli autori riportano che tra chi aveva avuto la malattia l’ansia era associata a un tasso del 35% più elevato, la depressione era del 39% più frequente, i disturbi del sonno e l’uso da oppioidi erano incrementati rispettivamente del 41 e del 76%o rispetto ai soggetti sani. “Abbiamo coinvolto esperti di salute pubblica di diverse discipline – osserva Al-Aly – coniugando con successo le diverse prospettive per esplorare il problema da vari punti di vista. Speriamo che il nostro lavoro possa rendere più semplice l’identificazione dei sintomi nei pazienti Covid-19, in modo da iniziare i trattamenti in tempi utili. La conoscenza approfondita di tutte le possibili conseguenze della malattia è fondamentale per la gestione adeguata dei pazienti e dell’emergenza sanitaria”.

Valentina di Paola

Lo studio su Bmj

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