Il Tribunale del lavoro di Londra ha condannato il ramo londinese del gruppo bancario BNP Paribas a pagare una sanzione da 2 milioni di sterline – che corrispondono a circa 2,5 milioni di euro, per discriminazione sessuale e disuguaglianza salariale ai danni di Stacey Macken. Macken è una broker, ex vicepresidente della Deutsche Bank, ed era stata assunta nel 2013 dal gruppo bancario con un ruolo di rilievo nella divisione Hedge Funds (fondi speculativi). Nel corso degli anni, si è resa conto di ricevere una busta paga molto più bassa di quella dei colleghi uomini con il suo stesso ruolo e le sue stesse responsabilità. Il gender pay gap tra lo stipendio di Macken e quello dei colleghi maschi è arrivato a raggiungere, secondo quanto denunciato dalla broker, un divario dell’85%.

Il capo di Macken non ha mai risposto alle numerose richieste di aumento della busta paga che la broker ha avanzato: secondo quanto riportato dal The Guardian, il capo, di fronte alla segnalazione delle centinaia di migliaia di sterline in meno che differenziavano lo stipendio della broker da quelli dei colleghi maschi, le rispondeva not now, Stacey, “non ora Stacey”. La frase sarebbe stata ripresa da altri colleghi maschi e utilizzata regolarmente per rispondere alle richieste di Macken, sminuendole.

La broker si è così rivolta al Tribunale del Lavoro di Londra, che ha accolto le sue richieste: il gruppo bancario è stato condannato a pagare i 2,5 milioni di euro. Il giudice del lavoro che si è occupato del caso, Emma Burns, ha dichiarato che i capi di Macken avrebbero agito “dispettosamente e in modo vendicativo”. The Guardian ha riportato il racconto di una collega di Macken, che riferiva come la situazione in ufficio fosse diventata insostenibile per l’ex vicepresidente della Deutsche Bank quando, lo scorso ottobre, le era stato fatto trovare un cappello da strega sulla sua scrivania”.

Il verdetto del tribunale londinese è arrivato dopo una verifica e una comparazione degli stipendi, dei bonus e degli altri compensi (non) percepiti dalla broker rispetto ai colleghi con pari mansioni: il Giudice del lavoro, oltre all’imponente divario di retribuzione tra la lavoratrice ed i suoi colleghi maschi – a parità di incarichi – ha anche accertato l’esistenza di atteggiamenti discriminatori ai danni di Macken, che si concretizzavano nell’attribuzione di nomignoli offensivi e in comportamenti di scherno, in un ambiente di lavoro prevalentemente maschile.

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