Fumata nera. L’incontro tra gli studenti delle Consulte e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sulla maturità si è concluso con un buco nell’acqua. La proposta dei ragazzi di togliere la seconda prova, quella d’indirizzo, dall’esame di Stato è stata respinta dall’inquilino di viale Trastevere. A nulla è valso il dialogo di due ore tra il professore ferrarese e i rappresentanti dell’ufficio di coordinamento nazionale delle Consulte. Nonostante le proteste delle piazze e la bocciatura della proposta del ministro da parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione, gli studenti si sono scontrati contro un muro di gomma.

L’unico risultato portato a casa (se così si può dire) è una vaga promessa da parte di Bianchi di riflettere su un’altra idea messa sul tavolo dalle Consulte: una diversa valutazione finale. Oggi il voto è in centesimi. Il credito scolastico è attribuito fino a un massimo di 40 punti (12 per il terzo anno, 13 per il quarto, 15 per il quinto). Le prove d’esame pesano 60 punti. “Abbiamo chiesto al ministro – spiega Marco Scognamillo, portavoce delle Consulte – di invertire la valutazione ovvero di dare fino a un massimo di 70 punti per il percorso svolto negli anni di studio e 30 per le prove e il colloquio. Bianchi è rimasto sorpreso della nostra proposta. Non si è sbilanciato ma ci ha promesso che ci penserà e che porrà la questione a chi di dovere”.

A essere insoddisfatto di come si è svolto il colloquio di oggi con Bianchi è il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti medi, Tommaso Biancuzzi: “Le Consulte hanno confermato quello che dicono le piazze e il parere del Cspi. Il ministro deve decidere se andare dritto per la sua strada nonostante tutti gli stiano dicendo che sta sbagliando o fare un passo indietro”. Venerdì sarà di nuovo mobilitazione nazionale: gli studenti si incontreranno davanti a viale Trastevere per chiedere al ministro di cambiare rotta.

Intanto, oggi sono arrivati sul tavolo di Bianchi i pareri del Cspi che non solo chiedono – come Ilfattoquotidiano.it ha scritto – di eliminare gli scritti alle medie e la seconda prova alla maturità, ma se la prendono con il professore per la scorrettezza istituzionale: “La richiesta del nostro parere – cita il documento – avviene dopo che la sintesi di quanto previsto dallo schema di ordinanza è stata divulgata attraverso la stampa e i canali comunicativi social del ministero. Tale procedura depotenzia, anche agli occhi del mondo della scuola e dell’opinione pubblica, il ruolo consultivo di questo organo istituzionale”. Ora tocca a Bianchi decidere. La sua scelta passerà per un atto formale dalle commissioni Istruzione di Camera e Senato, ma a dire l’ultima parola, nel giro di dieci giorni al massimo, sarà il ministro.

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