La tarantella ballata durante le elezioni del presidente della repubblica italiana ha messo a nudo una serie di verità, che un po’ tutti sapevamo ma che nessuno ha avuto il coraggio di annunciare. In primis, che il libro che magistralmente riassume e cattura l’italianità è Il Gattopardo. Dovrebbe essere nei libri da leggere assolutamente in tutte le scuole. Altro che i Promessi Sposi, Il Gattopardo è l’Italia perché spiega come sia possibile che quando si pensa che tutto cambi in realtà tutto rimane immutato. Un miracolo tutto italiano.

Paralleli con il presente? Eccone uno. È la seconda volta che il Movimento 5 Stelle, quel partito che incarnava nell’immaginario collettivo il cambiamento del paese, vota il presidente della Repubblica e lo fa seguendo le modalità classiche: schede bianche e astensione mentre gioca alla ruota della fortuna dei nomi dei candidati. In secondo luogo, il mercanteggiamento delle cariche pubbliche avviene ormai alla luce di tutti, senza più alcuna remora. E proprio perché viene ben pubblicizzato sui media, il desiderio di raggiungere un accordo è debole.

Più si va avanti nello stallo, più i leader politici ricevono incitamenti dai loro seguaci: questo nome no, questo non va bene, neppure quest’altro, e perché non proponiamo uno di noi? Ecco alcuni esempi di commenti da parte di un pubblico che ormai guarda la diretta da Montecitorio durante gli spot pubblicitari del Grande Fratello.

In terzo luogo, ci si domanda a che serve la votazione dal momento che, tra schede bianche e astenuti, a votare qualche nome, spesso assolutamente assurdo, sono in poche decine di persone. Allora facciamo così, i leader dei partiti, con il numero dei propri voti alla mano si mettono d’accordo ed eleggono il presidente. Non c’è bisogno di riscaldare l’aula, di sprecare energia elettrica, lo si faccia nella sede di uno dei partiti, magari scelta dalla fortuna, estraendo l’asticella più corta. Che differenza farebbe secondo voi? Tanto a far eleggere coloro che stanno seduti in aula sono stati loro, grazie alla legge elettorale da loro votata chi sceglie i futuri parlamentari sono i segretari dei partiti. Come? Mettendoli in cime alla lista delle preferenze.

In quarto luogo una domanda e riflessione, ma perché hanno fatto premier Mario Draghi senza avere un nome che lo sostituisse al Quirinale? Davvero pensavano che in pochi mesi avrebbe risolto tutti i problemi di una legislatura che non vuole finire perché una buona fetta dei parlamentari dovrà andarsene a casa (e già hanno ridotto il numero), l’elettorato penalizzerà chi oggi ha la maggioranza e nessuno sa che fine farà Matteo Renzi. E già, perché per una strana magia con una percentuale in parlamento che non gli permette neppure di starnutire è lui che fa il bello e il cattivo tempo. Cosa c’è dietro il potere di Matteo Renzi? A parte i soldi che gli amici sauditi gli danno per paragonare il nostro rinascimento alla modernizzazione (si fa così per dire) del paese dove le donne senza accompagnatore non possono uscire di casa. È questo un bel mistero che verrà svelato alle prossime elezioni politiche, motivo principale per averle al più presto, tutti moriamo dalla curiosità.

Ma andiamo avanti. Si chiede un candidato super-partes, ma quando mai lo abbiamo eletto? A me non risulta che sia mai stato eletto qualcuno che non aveva le mani in pasta con la politica, Ciampi? Cosa pensate che faccia il governatore della banca d’Italia, non sta certo allo sportello a darvi il contante. La sua attività è incentrata sui rapporti con la politica, i partiti, il governo. Neppure l’amatissimo, ma non più, Mario Draghi, il supertecnico, appartiene alla categoria dei super-partes. In ogni caso il presidente della Repubblica è una carica politica, ed è per questo che la destra vuole sceglierne il nome, perché nelle ultime elezioni ha vinto il Movimento 5 Stelle e la prassi vuole che al Colle ci vada un candidato di un’altra parrocchia.

Morale: questa è una democrazia che fa acqua da tutte le parti, dove chi ci rappresenta non sa neppure cosa significhi questo concetto, un paese dove la politica si è completamente scorporata dalle sue funzioni, fare il bene dei cittadini. Ma in fondo perché sorprenderci? È sempre stato così.

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