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Levante: “Non avevo la necessità di essere madre, ho scoperto tardi di essere incinta. Avevo paura fosse invalidante”

Da piccola, l'interprete siciliana (34 anni) ha vissuto un terribile lutto, quello della morte del padre: "Io sono nata prepotente e poi a nove anni, dopo la morte di mio padre, sono diventata una bambina addolorata", le sue parole al settimanale Sette

di F. Q.

È dedicata a Claudia Lagona, in arte Levante, la copertina di Sette, il settimanale del Corriere della Sera in edicola oggi 28 gennaio. La cantautrice 34enne in una lunga intervista ha raccontato la propria gravidanza inattesa, annunciata qualche mese fa sui social. “È un momento inaspettatamente bello, mi sento come una matrioska. Maternità è una parola che mi stranisce, perché mi sento sempre figlia”, ha esordito. Poi ha spiegato: “Non ho cercato di diventare madre e ho scoperto tardi di essere incinta, al terzo mese. Avevo paura fosse invalidante, invece ho saltato su e giù dal palco fino a quale mese fa. Se fosse stato diverso mi sarei buttata giù probabilmente, l’avrei vissuta male. Essere incinta vuol dire che tante cose cambiano e invece io ho cercato di non cambiare nulla intorno a me, mi sono ributtata nella musica”.

E ancora ha raccontato: “Avevo detto che non riuscivo a pensare ai figli, è vero. Quando l’ho detto in realtà ero incinta e non lo sapevo. Non avevo la necessità di essere madre, anzi mi sono sempre vista nel mio futuro come una donna anziana, sola e felice con i miei anelli, i libri, la musica”. “Poi il 15 luglio arriva la notizia, faccio il test ed è positivo e io sorrido, inizio questo viaggio – ha continuato-. Questa novità non cambierà la vecchia vita, la riempirà, diventerà più affollata, piena. Ho un carattere forte, che però è come alleggerito dalla gravidanza. Non vedo questa nascita (prevista per il 15 febbraio, ndr) come la fine di una vecchia me. La vedo come una sorta di trasloco: porto me stessa in una nuova casa“.

Da piccola, l’interprete siciliana ha vissuto un terribile lutto, quello della morte del padre: “Io sono nata prepotente e poi a nove anni, dopo la morte di mio padre, sono diventata una bambina addolorata. Quando mio padre muore, mi crolla addosso la famiglia, ognuno prende la sua strada, viviamo momenti molto bui e io divento la madre di mia madre. Sono cresciuta più introversa”. Infine ha concluso: “Spero che mia figlia non somigli a me, ma al padre (Pietro Palumbo, avvocato siciliano, ndr). Le auguro di essere morbida, meno leader di me e più parte del gruppo”.

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