È morta a 99 anni Elena Curti, figlia naturale di Benito Mussolini. Nata una settimana prima della ‘marcia su Roma‘, è deceduta nella sua casa di Acquapendente, vicino a Viterbo. Il funerale è in previsione per il 18 gennaio, nella cattedrale del Santo Sepolcro. Dopo aver vissuto in Spagna per oltre 40 anni, intorno al 2000 la figlia mai riconosciuta dal dittatore fascista era rientrata in Italia e si era stabilità nel paese dell’alto Lazio. Nel 2008 aveva perso il marito, Enrico Miranda, tenente dell’aviazione che il Duce omaggiò sul campo per l’eroico comportamento tenuto come primo pilota nella battaglia di Pantelleria.

Nata a Milano il 19 ottobre 1922 dalla sarta Angela Cucciati – moglie del capo fascista Bruno Curti – venne a sapere di essere figlia naturale di Mussolini all’età di 20 anni. “Me lo confessò a bruciapelo mia madre una sera dopo cena”, aveva raccontato. “Le chiesi se Mussolini ne fosse informato. ‘Sì, certo, ma preferisce che per ora tu non lo sappia’, rispose. Da quel giorno passai intere giornate a interrogarmi davanti allo specchio con le foto del Duce e di mio papà”. Angela Cucciati, morta nel 1978, era diventata l’amante di Mussolini nel 1921, dopo averlo incontrato per sollecitare la liberazione del marito, lo squadrista Bruno Curti, arrestato per una rissa con alcuni camerati. Elena conobbe il suo vero padre per la prima volta nel 1929, all’inaugurazione dell’Umanitaria, un’istituzione milanese di assistenza: “Mussolini passò tra due ali di folla festante – rivelò in un’intervista – si fermò di colpo, guardò per un attimo mia mamma, poi chinò il capo verso di me, sorrise e mi accarezzò i capelli. Ebbi la sensazione d’essere prescelta”.

Il primo incontro ufficiale tra Mussolini e la figlia naturale avvenne invece il 13 aprile 1941 a Palazzo Venezia. Si videro in seguito una trentina di volte, soprattutto durante i 600 giorni della Repubblica di Salò: veniva ricevuta regolarmente dal Duce il giovedì pomeriggio. Elena faceva parte dell’entourage di Alessandro Pavolini, il segretario del Partito fascista repubblicano, e in quella veste riferiva in via confidenziale quanto veniva a sapere sugli umori dei gerarchi fascisti della Rsi. Dimostrò fino all’ultimo il suo attaccamento al padre naturale, tanto da seguirlo fino al tragico epilogo: quando il dittatore fascista fu arrestato a Dongo il 27 aprile 1945 Elena Curti era su uno degli autoblindi che scortavano i gerarchi in fuga. Arrestata dai partigiani, fu trasferita a Como e rimase in carcere cinque mesi. Sua madre testimoniò davanti al vicequestore di Como che era la figlia naturale di Mussolini, evitandole il processo. “Io non ho mai dichiarato di essere la figlia segreta del Duce, anche se mia madre e lo stesso Benito Mussolini lo sospettavano. Ma non vedo perché dopo tanti anni dovrei sbandierare questa paternità proprio ora”, affermò nel 1998 all’agenzia di stampa Adnkronos dopo che una donna di nome Claudia Apriotti si era rivolta alla magistratura chiedendo di essere dichiarata “figlia naturale” di Benito Mussolini e della principessa romana Sveva Vittoria Colonna. Nel 2003, dopo molte insistenze, Elena Curti pubblicò il libro Il chiodo a tre punte. Schegge di memoria della figlia segreta del Duce (Iuculano Editore). Il primo a raccontare la storia della Curti era stato il giornalista e scrittore Antonio Spinosa nel volume I figli del Duce (Rizzoli, 1983).

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