“Se la situazione societaria non cambia, dal primo gennaio la Salernitana è fuori”. Il n.1 della Figc, Gabriele Gravina, tira dritto. Nessuna proroga. Nessun passo indietro, perché le regole sono chiare e rimangiarsele a questo punto vorrebbe dire perdere la faccia. Lo 0-5 casalingo contro l’Inter rischia seriamente di essere stata l’ultima partita della Salernitana in Serie A, visto che il match contro l’Udinese non si giocherà per Covid (sconfitta a tavolino o rinvio, questa è l’ennesima farsa del calcio italiano). Fra le due alternative, una più scomoda dell’altra – concedere altri sei mesi di tempo per la cessione del club o estrometterlo lasciando il campionato zoppo a 19 squadre – la Federazione ha scelto la seconda. Danno devastante per la Serie A (che infatti aveva chiesto di lasciare in gioco i granata) e per la reputazione del calcio italiano nel mondo. Ma continuare a permettere il papocchio della multiproprietà mascherata da trust non è molto meglio. Su quale sia davvero il male minore, in realtà, la spaccatura fra tifosi, commentatori, istituzioni è fortissima. Ma non c’è stato nessun voto. Non ce n’era bisogno, ha chiarito il presidente Gravina, che si è limitato a ribadire quanto messo nero su bianco nell’atto notarile di costituzione del trust, e sottoscritto dallo stesso Claudio Lotito, presente e silente in consiglio, ma furioso. “Qualora l’alienazione non venga realizzata nei termini previsti, il trustee prende atto che la società verrà esclusa immediatamente e accetta tale circostanza”.

I patti in effetti erano chiari e a quanto pare non saranno rivisti: in estate la proprietà del club (cioè Lotito) e la Federazione (cioè Gravina) si erano accordati per superare il divieto di multiproprietà nella stessa categoria con un trust temporaneo, a condizione di cessione definitiva entro la fine dell’anno. Non è successo e il tempo è scaduto. Esclusa anche ogni ipotesi di rivalutazione dopo il 31 dicembre. Restano pochi giorni per vendere il club: solo se entro la scadenza i trustee comunicheranno di aver accettato una proposta di vendita (con tanto di preliminare firmato), a quel punto potrà essere concessa la deroga di 45 giorni per la definizione dei dettagli. Il problema è che fin qui offerte non ce ne sono, almeno così sostengono Melior Trust e Widar Trust, i due mandatari. Anzi, specificando che delle due presunte proposte, una (la “cordata romana”) non è mai stata presentata, mentre l’altra (la “cordata svizzera-lussemburghese”) è priva delle garanzie richieste, i trustee hanno addirittura sporto denuncia in Procura.

Come sia possibile che un club di Serie A, con un bilancio tutto sommato sano, in pancia i soldi dei diritti tv e all’orizzonte i milioni del paracadute, non trovi nemmeno un acquirente è un giallo nel giallo, tra accuse e sospetti reciproci. L’unica cosa certa sono le conseguenze: cioè la revoca dell’affiliazione, che significa di fatto sparire dal calcio, ripartire in teoria dalla terza categoria. Anche se su questo punto la Figc lascia un piccolo spiraglio, aprendo in futuro (non solo per la Salernitana, per chiunque ne facesse richiesta) a una possibile riammissione in Serie C, ma soltanto in caso di carenza di organico. In ogni caso senza Lotito, che con la nuova regola sul divieto di multiproprietà non potrebbe riacquistare il club, ma farà senza dubbio ricorso in tutte le sedi possibili. L’ennesima spada di Damocle sulla Federazione e sul sistema calcio, perché in caso di giudizio a suo favore si aprirebbero scenari apocalittici (campionati in sovrannumero, risarcimenti milionari).

In questa situazione surreale la Salernitana avrebbe dovuto scendere in campo a Udine per la sua ultima partita. Non lo farà perché bloccata dalla Asl per alcuni casi di positività (quanti non è dato sapere), e non si capisce se sia un bene o un male. La Lega Calcio per il momento ha deciso di non rinviare la partita, nonostante ormai la giurisprudenza in materia sia assodata dopo il caso Napoli: impossibile comminare una sconfitta a tavolino in presenza di uno stop dell’autorità sanitaria. Eppure l’Udinese si presenterà in campo e il referto sarà rimesso al giudice sportivo. Caos su caos, ma non è certo questa partita (che si potrebbe recuperare a gennaio) il problema, considerando che fra dieci giorni potrebbe non esistere più nemmeno una società in grado di presentare ricorso. Ai tifosi granata non resta che sperare in un miracolo e in una cessione in extremis. L’unico a crederci sembra rimasto Gravina: “Io sono convinto che la Salernitana in 10 giorni si venderà”, dice. O vince lui la scommessa, o ci perde tutto il calcio italiano.

Twitter: @lVendemiale

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